Messina, 7 gennaio 2020
Ritornano i venti di dimissioni ad abbattersi su palazzo Zanca. Le due dirette dei giorni scorsi del Sindaco De Luca fanno tornare i messinesi al dubbio sulla continuità dell’amministrazione comunale. Così entro il 9 gennaio prossimo venturo i consiglieri comunali dovranno rispondere alla “chiamata alle armi” del Sindaco De Luca, dando o meno la propria adesione all’intergruppo da qualcuno definito “bulgaro” o comunque manifestando la propria disponibilità a sostenere e votare le delibere che dovrebbero varare e completare il Salva Messina, scongiurando il dissesto dell’Ente comunale.
Qualcuno ha già risposto in modo anche personale al maxi documento inviato da De Luca ad ogni consigliere. Per primo è stato Libero Gioveni che ha sostanzialmente e democraticamente invitato De Luca a continuare la sua opera, criticando però senza se e senza ma l’idea dell’intergruppo e ribadendo la funzione democratica e produttiva fin qui svolta dal Consiglio Comunale. Meno democratico e più diretto Andrea Argento del M5S: “Buffonata del sindaco, si dimetta subito“, così come anche Beppe Picciolo di Sicilia Futura: “Niente editti, la politica si riprenda il suo ruolo“.
Così De Luca sembra sempre più isolato politicamente, un “cavaliere solitario” che per la sua mancanza, spesso, di mezze misure, oggi appare ancora più solitario.
Si attende dunque il 9 gennaio, ma ancora di più il Consiglio Comunale di venerdì 10 nel quale si concretizzerà l’atto formale che potrebbe indurre De Luca a decidere sul continuare la sua azione amministrativa o lasciare per andare a nuove elezioni.
Ma cosa accadrebbe se De Luca lasciasse? Sul fatto che a De Luca seguirebbe un breve periodo di commissariamento per la città per poi andare ad elezioni a maggio potrebbe non esserci assoluta certezza. Il dubbio nasce dallo stato dei conti della Regione Siciliana che al momento sta operando in dodicesimi, visto il debito enorme che deve essere ripianato. Una situazione che non permetterebbe l’avvio di una nuova tornata elettorale per Messina, al costo di circa 3 milioni di euro, non prima di almeno sei mesi.
E nel frattempo? Nuova campagna elettorale e lungo periodo di commissariamento, con le incognite che ne conseguono. E De Luca? Non vi è, ovviamente, certezza della sua rielezione, peraltro con la necessaria maggioranza la cui mancanza oggi costituisce l’unico tallone d’Achille del sindaco. De Luca non è più un’incognita per gli eventuali avversari: se ne conoscono strategie e comunicazione. Ma la vera incognita alla quale partiti e movimenti di opposizione oggi stanno già attrezzandosi è costituita dagli avversari che potrebbero scendere in campo a confrontarsi con un Cateno De Luca che dalla sua vittoria alle ultime amministrative, non ha mai smesso di fare campagna elettorale.