Messina, 6 gennaio 2020
Dopo la diretta social del Sindaco di Messina Cateno De Luca e le sue proposte nero su bianco al Consiglio Comunale per la votazione del “Salva Messina”, nell’attesa delle risposte formali dei consiglieri entro il prossimo 9 gennaio, è nel frattempo Libero Gioveni che risponde al documento del primo cittadino. Una risposta da leggere tra le righe quella di Gioveni, che se da un lato invita il Sindaco a non interrompere il suo mandato nell’interesse della città, mette i puntini sulle “i” circa l’andamento dei lavori d’aula fin qui svolti e sull’intergruppo proposto da De Luca, una sorta di maggioranza che Gioveni definisce “bulgara” e che ritiene “superflua ed inopportuna”.
“Con la massima onestà, scrive Gioveni, la ritengo superflua e inopportuna per i seguenti motivi:
- superflua perché ritengo che Lei, sig. sindaco, goda già nel bene e nel male, di una maggioranza più o meno delineata, che, salvo per qualche piccolissimo incidente di percorso che avrebbe avuto anche un sindaco eletto insieme ad una maggioranza uscita dalle urne) Le ha permesso di portare avanti parecchi punti del suo programma iniziale o costruito in corso d’opera (“salva Messina”, rimodulazione del piano di riequilibrio, gestione diretta servizi sociali con la costituzione della Messina social city, costituzione ARISME, costituzione Patrimonio S.p.A., costituzione ATM S.p.A., approvazione di tutti i Bilanci dell’Ente, approvazione schemi di convenzione per la gestione degli stadi cittadini, approvazione di tutti i debiti fuori Bilancio necessari per l’abbattimento del debito, aumenti di capitale ad ATM e AMAM, contratti di servizio ecc.).
- inopportuna perché ufficializzare o blindare una maggioranza “bulgara” fatta di singoli consiglieri appartenenti ai vari gruppi, provocherebbe anche inconsciamente nei singoli componenti dell’intergruppo una sorta di “freno” ad un eventuale visione politica differente da esprimere sugli atti, fatto questo che io ritengo oltraggioso verso i principi democratici che dovrebbero ispirare l’azione dei rappresentanti del popolo all’interno di una istituzione.“.
In merito alla funzione fin qui svolta da un Consiglio Comunale, che diciamoci la verità, ha di fatto approvato “nell’interesse della città”, TUTTO quanto proposto e presentato dal Sindaco, Gioveni ribadisce il ” un discreto andamento dei lavori d’Aula e una produttiva collaborazione sull’attività amministrativa che ritengo ci sia stata fra Amministrazione e Consiglio Comunale (prove ne sono le numerose delibere di Giunta importanti approvate dall’Aula in 18 mesi con una maggioranza più o meno consolidata e trasversale che ha sposato sin dall’inizio il “salva Messina”) “, e che l’intenzione del primo cittadino di variare il Regolamento del Consiglio Comunale sia anch’esso inopportuno, visto che ” lo stesso è stato esitato non più di 1 anno fa accogliendo anche buona parte dei Suoi suggerimenti “. Si ricorda infatti che De Luca introdusse camobiamenti circa i tempi di risposta e di approvazione delle delibere di Giunta presentate in Consiglio proprio per l’esigenza di “velocità” richiesta dal Sindaco.
Gioveni, in sostanza non è d’accordo con quanto ipotizzato dal Sindaco circa il calcolo dei gettoni di presenza e della partecipazione effettiva dei consiglieri, anche in merito alla ricaduta sugli oneri riflessi: “le nuove modalità di attribuzione del gettone di presenza mi trovano d’accordo solo in parte, nel senso che la possibilità dell’espressione del voto come condizione si può aggiungere anche alle altre modalità già previste dal Regolamento, ma non sostituirsi, perché trovo ingiusto e discriminatorio escludere quei consiglieri che magari hanno partecipato alla seduta per diverse ore fornendo anche contributi e che per qualsiasi motivo (politico, personale o addirittura, come spesso accade di incompatibilità) non risultano presenti all’atto della votazione; mi trova concorde però, ad ogni buon conto, sul fatto che se si esce dall’Aula si possa e si debba esplicitare ufficialmente il motivo dell’uscita. Senza poi considerare il fatto che, come Lei ben sa, non sempre le sedute di Consiglio Comunale, ancorché quelle di Commissione, prevedono necessariamente una votazione (basti pensare, solo per riportare alcuni dei tanti esempi, alle sedute di Questione Time, alle sedute aperte, ad eventuali sedute straordinarie su temi di grande interesse, alle sedute in cui il sindaco presenta delle relazioni, alle Commissioni di studio e approfondimento, alle Commissioni esterne ecc.)“.
Circa l’abolizione della presenza fisica, considerata come “assenza” dai lavori nel caso mancata partecipazione alla votazione Gioveni così si esprime:
“l’abolizione della “presenza fisica” che quindi viene considerata “assenza” dai lavori (che vieterebbe persino il rimborso degli oneri riflessi al datore di lavoro) nel caso in cui non si partecipa appunto ad una votazione, non solo non mi trova d’accordo, ma la ritengo, senza timore di smentita, illegittima perché in palese contrasto e violazione con la vigente normativa.
Lei sa benissimo, infatti, che un Regolamento non può sovrastare una legge o ad essa sostituirsi, e in questo senso la legge è chiara e inequivocabile con il comma 1 dell’art. 20 della L.R. 30/2000 e s.m.i. che recita testualmente nella parte che interessa:
“I lavoratori dipendenti pubblici e privati, componenti dei consigli comunali……hanno diritto di assentarsi per l’intera giornata in cui sono convocati i rispettivi consigli…..”.
Quindi, paradossalmente, la legge non tiene nemmeno conto della partecipazione (che in ogni caso viene considerata ormai, per prassi consolidata, un elemento imprescindibile per giustificare l’assenza dal lavoro), ma addirittura della sola convocazione! Pertanto sul punto 6 credo (e sono certo che Lei se ne sia reso conto) che non si possa nemmeno avviare la discussione, perché diversamente è fin troppo evidente che tutti i soggetti che risulterebbero determinanti nel portare avanti una simile modifica (a meno che non si modifichi la vigente normativa), se ne assumerebbero la responsabilità nelle opportune sedi“.
Gioveni, però, esprime anche il suo accordo per quanto riguarda la maggior parte dei punti relativi al Salva Messina: “sul ricco programma politico-amministrativo che la S.S. ha inteso anticipare per tutto l’anno 2020, per quanto mi riguarda mi trova concorde in quasi tutti i punti suddivisi nei 12 mesi, certamente da condividere e, se occorrerà, da integrare con eventuali spunti che possono provenire durante il dibattito in Aula, soprattutto per ciò che riguarda gli strumenti di pianificazione urbanistica.“.
Insomma una risposta quella di Libero Gioveni che se da un lato è volta ad esprimere al Sindaco la giusta collaborazione nell’interesse della città, dall’altro lo invita a non chiedere di più ed a non tirare troppo una corda che potrebbe rompersi .