Messina, 17 dicembre – comunicato congiunto OO.SS.
Con il voto sul piano di liquidazione ATM i Consiglieri Comunali hanno esercitato il mandato conferitogli dai cittadini e l’esito deve essere accettato valutando l’indicazione politica che ne emerge. Le minoranze politiche e sindacali di opposizione preconcetta all’Amministrazione Comunale esultano, ma in realtà 11 voti favorevoli, 12 astenuti e nessun voto contrario non sono una bocciatura della linea generale del Salva Messina. In buona sostanza il Consiglio Comunale non condivide i tempi veloci impressi dal Sindaco e contesta alcuni punti del piano di liquidazione ma nessun Consigliere Comunale si è dichiarato contrario alla necessità di liquidare l’azienda speciale sommersa dai debiti che da decenni ricadono sui cittadini. Il percorso obbligato verso una SpA in House Providing è largamente condiviso dalla politica e dal sindacato, il principio di mantenere in vita l’ultima azienda speciale d’Italia, con i bilanci in profondo rosso che il Consiglio Comunale non approva dal 2002, è solo il leitmotiv anacronistico di pochi opinionisti assimilabili al giapponese barricato nel fortino per difendere il nulla. Il percorso tracciato nel Salva Messina è patrimonio di tutti, anche dei Consiglieri Comunali che il 23 novembre l’hanno approvato.
Il segnale emerso dell’aula consiliare è chiaro: bisogna andarci con i piedi di piombo e analizzare gli errori del passato, per evitare che la mala gestio dell’azienda speciale ATM si trasferisca nella nuova SpA. A tale proposito CISL, FAISA, UGL e ORSA condividono la proposta di una commissione d’inchiesta per fare luce sulle annose responsabilità, politiche, amministrative e sindacali che hanno prodotto il crac conclamato dell’ex fiore all’occhiello, chi ha gestito l’azienda omettendo di versare i contributi e il TFR dei lavoratori ha delle responsabilità e deve dare risposte ben precise.
Il Sindaco prenda atto della volontà espressa dal Consiglio Comunale eletto dai messinesi ma non la interpreti come bocciatura del piano di riequilibrio generale o atto di sfiducia nei suoi confronti. Il Salva Messina deve andare avanti, bisogna ristabilire un clima di serenità e credibilità, se fino ad oggi i lavoratori hanno percepito lo stipendio nonostante la drammatica situazione in cui versa il bilancio aziendale è grazie agli impegni che l’Amministrazione Comunale ha intrapreso con le banche e con i creditori per la copertura della posizione debitoria. Il percorso verso il risanamento reale dell’ATM, tracciato nel Salva Messina, è garanzia per i creditori, chi lo avversa per scelte di schieramento e lo mette in discussione con istigazioni populistiche per favorire beceri interessi di bottega, mette in discussione anche gli stipendi dei lavoratori.
Fino a oggi CISL, FAISA, UGL e ORSA hanno scelto di mantenere un profilo basso prendendo le dovute distanze dai battibecchi mediatici fini a se stessi, ma adesso siamo alla stretta finale. La grande maggioranza dei lavoratori ATM sindacalizzati, non a caso, aderisce a CISL, FAISA, UGL e ORSA che hanno sottoscritto il Salva Messina; questo fronte sindacale non dichiara scioperi di propaganda che puntualmente non si concretizzano… se la Base degli associati dovesse decidere per la mobilitazione a tutela del futuro dell’azienda e del diritto alla certezza del salario, sarà una mobilitazione seria, reale, concreta e i responsabili a vario titolo saranno chiamati a rispondere.
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