Messina, 17 dicembre
Alessandro Russo lo abbiamo incontrato stamattina davanti all’Aula Consiliare del Comune di Messina, la stessa dove ieri sera si è consumato il primo vero atto di “ribellione” del Consiglio Comunale alla stagione del voto di “coscienza” finora esercitato dai consiglieri al fine di scongiurare il peggio per una città sull’orlo del default. Ma il Consiglio si è nei fatti ribellato a De Luca o c’è molto di più? Qual è il segnale da leggere dietro la bocciatura del piano di liquidazione di Atm ed il conseguente forfait da parte dei commissari liquidatori che di fatto è come se avessero, in un’azienda privata, portato i libri in Tribunale? De Luca stasera annuncia l’ennesima diretta Facebook, ma forse non bisogna attendere fino alle 22.00 di oggi per leggere tra la votazione di ieri. “Il forfait da parte dei commissari liquidatori e l’avvio della procedura di liquidazione coatta amministrativa di ATM è senza dubbio la conseguenza della votazione di ieri sera, afferma Alessandro Russo, una votazione, però, sulla quale bisogna fare chiarezza. Il segretario generale ha, infatti, chiarito che quel Piano di Liquidazione doveva essere votato nelle condizioni in cui era stato presentato. Pertanto presentare un Piano di Liquidazione solo per avere la presa d’atto del Consiglio è una atto non comprensibile. Dunque che il Piano abbia i suoi effetti ma senza il nostro voto. Quello di cui avremmo avuto bisogno era più tempo, una quindicina di giorni in più, per capire il passaggio da un’azienda ad un’altra, cosa accadrà ai lavoratori, cosa delle posizioni giuridiche pregresse e così via. Non c’era alcuna intenzione di fare ostruzionismo, ma solo comprendere e saperne di più. Questa è l’ennesima forzatura del sindaco che gioca sempre al rialzo, ma il Consiglio Comunale non può sempre inseguirlo. Adesso parlerà nuovamente di dimissioni: ma allora che si dimetta perché questa città va amministrata con serietà e credibilità. Insomma non si può sparare a zero ogni mattina!” conclude Russo.
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