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MESSINA – Fase due del reddito di cittadinanza: i 9156 beneficiari messinesi tenuti a svolgere lavori di pubblica utilità

- 30/11/2019
dangelo voce di Sicilia

MESSINA. «Con l’entrata in vigore della “fase due” del Reddito di Cittadinanza, sono migliaia i cittadini messinesi chiamati a svolgere lavori utili alla collettività, in base a quanto previsto dal Patto per il Lavoro e per l’Inclusione Sociale: un obbligo di legge, sancito da un decreto ministeriale, che può rappresentare una risorsa fondamentale per tantissimi comuni della provincia, a partire da Messina, dove le domande accolte sono state finora 9.156». Parole della senatrice del M5s Grazia D’Angelo, che sprona le amministrazioni locali ad attivare dei progetti per l’impiego degli aventi diritto in servizi socialmente utili, fra i quali rientrano le prestazioni svolte in favore di persone anziane, di bambini e extracomunitari o le attività finalizzate alla tutela del patrimonio pubblico o ambientale.

«Per poter continuare a percepire il Reddito di Cittadinanza, in attesa di un effettivo inserimento nel mondo del lavoro – prosegue –  i beneficiari del sussidio sono tenuti a svolgere dei lavori di pubblica utilità, fino a un massimo di 16 ore a settimana e in coerenza con il loro profilo professionale, offrendo la propria disponibilità per la partecipazione a progetti utili alla collettività, in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni. L’organizzazione dei “progetti utili alla comunità” spetta ai singoli Comuni, che possono avvalersi della collaborazione di enti del terzo settore o di altri enti pubblici. Per attivare la pratica è necessario solo predisporre le procedure amministrative, iscrivendosi innanzitutto all’apposito portale sul sito del Ministero». La partecipazione ai progetti promossi dalle Amministrazioni resta facoltativa per i beneficiari non tenuti agli obblighi connessi al sussidio (persone che già lavorano, studenti, over65…)

«Un esempio tangibile – spiegano invece i consiglieri Cristina Cannistrà e Andrea Argento, che hanno sollevato la questione in commissione – è quello del regolamento delle guardie ambientali, già presentato due volte in Aula e poi ritirato dalla stessa Giunta prima ad aprile e in seguito a settembre. La delibera è stata quindi sottoposta nuovamente al Consiglio qualche giorno fa (senza tuttavia alcun confronto preliminare con il civico consesso), con qualche piccolo accorgimento ma gli stessi sostanziali problemi di fondo. Fra le varie criticità della bozza, c’è soprattutto l’esclusione dei percettori del Rdc. Un “paletto” incomprensibile, dato che i requisiti per svolgere il servizio di guardie ambientali sono perfettamente coerenti con quelli previsti per i Puc», concludono, annunciando la presentazione di uno specifico emendamento.