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Operazione Flower: ecco come operavano gli arrestati. I DETTAGLI ed il VIDEO

- 05/11/2019
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operazione flower

Messina, 5 novembre

Un sodalizio criminale volto ad appropriarsi del settore della sicurezza e vigilanza nei locali della movida messinese, mediante il metodo estorsivo più antico. E’ per questo che soggetti come Giovanni Lo Duca, ancora attivamente ricercato perché sfuggito alla cattura, Giovanni De Luca ed il braccio operativo rappresentato da Kevin Schepis organizzavano delle risse con avventori a caso in lidi , discoteche, locali notturni ed altro. Una strategia della tensione che procurava agli esercenti ingenti danni, soprattutto dopo la sospensione per motivi di sicurezza che veniva comminata dal Questore, come accade dopo avvenimenti di disordini pubblici di questo tipo. Così dopo il danno arrivava l’offerta di “rilevare” la vigilanza del locale che avrebbe “garantito” agli esercenti che non ci sarebbero stati più disordini. Le attività commerciali avrebbero così dovuto assumere i proposti dal gruppo criminale e pagare un quid a titolo di “assicurazione”. I fatti accertati dalla Squadra Mobile sono così quelli, ad esempio, della rissa avvenuta non molto tempo fa alla discoteca “Palcò” che costo il trasporto in ospedale per due ignari avventori, presi di mira dallo Schepis e dai suoi. Veri e propri pestaggi che avevano il vantaggio per i malviventi di ingenerare paura, scompiglio e provvedimenti provvisori di sospensione dell’attività, con conseguente danno rilevante per i gestori.

Il gruppo, oltre che dai già predetti Lo Duca, De Luca e Schepis, era composto anche da Giuseppe ESPOSITO , cl. ’93, Vincenzo GANGEMI , cl. ‘74, Domenico MAZZITELLO , cl. ‘93, Eliseo FIUMARA , cl. ’97., Andrea FUSCO , cl. ‘98 , Placido ARENA , cl. ‘89 e Antonino RIZZO , cl. ‘82.

Ad essere assunti dai gestori erano sempre Gangemi e Mazzitello pur non avendo alcun titolo per esercitare compiti di sicurezza.

Ma il “sistema” si arricchiva anche di altre azioni criminose particolarmente cruente come la rapina al Centro Commerciale di Maregrosso, nell’immediatezza della sua apertura, il 18 maggio del 2019, con un bottino di circa 15 mila euro e che ha procurato anche l’accusa di sequestro di persona in quanto SCHEPIS, ESPOSITO, FIUMARA e DELUCA , chiamati oggi a risponderne, presero una guardia in ostaggio, armi in pugno. Stesso modus operandi per la rapina al centro scommesse della zona Sud di Messina, che fruttò un bottino di circa 3.000 euro il 25 agosto del 2019.