Messina, 22 ottobre
Camaro San Paolo. Proprio sotto il vecchio ponte della ferrovia. A poche centinaia di metri dal viale Europa. Ore 8.30
Oggi Giacomo Russo, ex dipendente ed autista di una impresa edile, rimasto invalido e senza lavoro dopo una improvvisa malattia, ha vinto la sua battaglia contro l’AMAM. La sua “piccola guerra” è più una battaglia di una più grande “guerra”, comune a tanti altri in questo quartiere: quella per una casa dignitosa. Russo è già stato censito e rientra nel Risanamento del Comune di Messina. Ed, a scanso di equivoci, lui l’acqua la paga. Non c’è alcuna morosità con l’AMAM. La battaglia vinta da Russo oggi era più un principio: quello di non farsi sradicare. “Se mi tagliano l’acqua nonostante io la paghi, solo perché in questa casetta io non posso più starci è come se mi cancellassero” ha detto ieri con una bombola di gas in mano con la quale minacciava di farsi esplodere. Ieri nell’indifferenza più totale c’eravamo noi, due agenti della Polizia Municipale e basta. Nessun Vigile del Fuoco, niente Polizia. Ieri però l’AMAM che minacciava di “mettere un tappo alla conduttura di Giacomo Russo” per un guasto a quella del quartiere e “per fare prima”, tanto “tu non la usi perché non ci stai”, l’AMAM, dicevamo, non si è presentata: un guasto al camion. Poi è calata la notte e Giacomo Russo ha dormito in quella baracca semidistrutta che per lui è casa. Non è andato a dormire con sua moglie sul divano della cognata. Stamattina di buon ora l’AMAM si è invece presentata, e Russo si è barricato dentro. E noi eravamo lì.
Polizia, vigili del fuoco, Polizia Municipale, c’erano tutti. E Russo che ha aperto il gas, tanto gas da riempire quei 40 metri quadri di baracca, tanto da invadere il vicolo antistante, con la gente intorno che si allontanava. E Russo sempre dentro a respirare il gas che fuoriusciva dalla bombola. Solo dopo le trattative con AMAM per il tramite degli agenti delle Volanti, con l’assistenza dei Vigili del Fuoco con la bocchetta dell’acqua pronta, Russo ha ottenuto quanto era giusto. “L’AMAM non mi taglierà l’acqua” ha detto sedendosi su una sedia in strada. Ed è scoppiato a piangere: “Non si può vivere così” ha sussurrato. Nello stesso momento i Vigili del Fuoco portavano fuori dalla casetta ben CINQUE bombole pronte ad essere innescate. Ho pensato allora al collega che mia ha detto ieri sminuendo i fatti: “Tanto non si farà mai saltare. Non lo fanno mai”. Gli ho risposto: “La disperazione non conosce la parola mai”.