Messina, 18 ottobre
Per la seconda volta vincono la democrazia e il diritto di critica sindacale garantito dalla Costituzione. La Procura della Repubblica di Messina, con il provvedimento n. 838/19, ha chiesto l’archiviazione della querela che l’Atm aveva presentato contro il segretario aziendale della Uiltrasporti.
«Ancora una volta trionfa la libertà di opinione sindacale – dichiarano il segretario generale della Uil Ivan Tripodi e il segretario della Uiltrasporti Michele Barresi – e fallisce il becero tentativo di imbavagliare il sindacato che nella città di Messina sta raggiungendo pericolosi livelli di guardia che stanno mettendo pericolosamente a rischio l’agibilità e convivenza democratica».
Il segretario e lavoratore Atm Paolo Frigione aveva “osato” criticare sui social l’operato dei vertici e del Cda Atm. Questo gli era costato un provvedimento disciplinare, non ne aveva mai avuto uno in 40 anni di carriera, con 15 giorni di sospensione dalla retribuzione e una querela promossa dai dirigenti Atm. La sospensione dal servizio e dello stipendio era scattata subito senza neanche dare al lavoratore la possibilità di difendersi. Quel provvedimento, che risale allo scorso mese di gennaio, fu poi annullato dal Consiglio di disciplina dell’azienda che ordinò ad Atm di restituire circa 900 euro indebitamente sottratti al dipendente prima che questo potesse avvalersi del diritto di difesa. Dando, di fatto, ragione al lavoratore.
L’Atm però non si è accontentata del responso del suo stesso Consiglio di disciplina. E così è ha portato in Tribunale la querela nei confronti di Paolo Frigione. La Procura della Repubblica però ha chiesto l’archiviazione. Dando ragione per la seconda volta al lavoratore.
«Con soddisfazione possiamo dire che per ben due volte vincono libertà di pensiero e critica sindacale –dicono i segretari Tripodi e Barresi- e vengono restituiti al mittente i tentativi di repressione di ogni forma di dissenso con cui il nuovo management di Atm tenta di mantenere in silenzio i dipendenti. Siamo certi che anche in questo caso l’Atm continuerà ad opporsi agli esiti della Procura, forti del fatto che le inutili spese giudiziarie e legali si riversano sulle tasche dei cittadini e non su quelle dei manager nominati dal sindaco De Luca».