Messina, 15 ottobre
“Tengo a precisare che non esiste alcun collegamento tra quanto avvenuto a Messina tempo fa ai danni di un’anziana donna coetanea della vittima di rapina di Patti. I fatti sono simili ma non collegati”, lo ha detto oggi in conferenza stampa il Procuratore della Repubblica del Tribunale di Patti, dottor Angelo Cavallo. “Con questa mia affermazione voglio rassicurare la cittadinanza e smentire ogni illazione su possibili collegamenti o su un’eventuale interpretazione di sistematici attacchi contro persone più deboli” ha continuato il Procuratore.
I fatti si riferiscono a quanto esposto oggi sulle modalità ed il movente relativi alla rapina violenta commessa nei confronti di una novantenne in Patti. Le motivazioni alla base del gesto criminoso sono da ricercarsi nell’abuso di sostanze stupefacenti e nella tossicodipendenza, che ha spinto i due arrestati, Carmelo Drago ed Angelo Perdicucci, ha penetrare nella casa dell’anziana donna al fine di “ritirare la pensione”, come poi avrebbero riferito a colui che inconsapevolmente gli ha dato un passaggio per fuggire da Patti per sottrarsi all’arresto, nell’immediatezza del fatto.
I due hanno agito senza conoscere direttamente la donna e spinti dalla necessità di procurarsi del denaro. Una rapina inizialmente “studiata” nei particolari e che sembrava ai due malviventi “semplice” da realizzare, ma che solo grazie al coraggio della vittima si è conclusa con il furto di solo una collanina d’oro. La donna infatti, nonostante le percosse e la violenza, non ha ceduto, rifiutandosi fino all’ultimo di rivelare loro dove nascondeva i propri averi. Questa pervicace resistenza ha fatto si che i due criminali si disorientassero e si dessero alla fuga consapevoli che le urla della vittima e le loro al fine di farsi rivelare il nascondiglio del denaro, avessero allertato i vicini.
E sono stati proprio i vicini a liberare ed a soccorrere la donna, allertando i Carabinieri.
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