Messina, 13 settembre 2019
Il brigadiere dell’Arma dei Carabinieri, al momento sospeso, Salvatore Scardigno, ha posizionato una sdraio a strisce bianche e blu ed ha indossato al polso una catena bianco rossa e si è seduto davanti al portone centrale del Comando Interregionale dei Carabinieri di Messina. Stamattina è così ripartita la “battaglia per la verità” di Scardigno, non nuovo a queste proteste eclatanti, al fine di “fare chiarezza una vicenda nella quale non c’è nulla di vero” afferma il brigadiere. Il militare sta iscenando una protesta a seguito dell’avvio di un procedimento disciplinare finalizzato a valutare il suo rapporto di lavoro con l’amministrazione militare. Procedimento disciplinare scaturito dalle vicende penali in cui è coinvolto e vicende per le quali, nel marzo 2018, è stato già sospeso obbligatoriamente dal servizio in relazione al suo arresto, avvenuto il 6 marzo 2018 per il reato di “indebita induzione a dare o promettere utilità”.
“Non ho mai posseduto un cane e non ne ho mai preteso uno. Le accuse sono tutte false” dichiara Scardigno. La vicenda è di qualche anno fa, e lo vede accusato di estorsione per aver, secondo le accuse, “preteso un cane di razza per soprassedere alla verbalizzazione durante un punto di controllo”. “Sono estraneo ai fatti, dichiara Scardigno, ed è da sei anni che chiedo di poter avere udienza presso il Comandante Generale dell’Arma per poter fare chirezza, ma ad oggi non sono mai stato convocato”. Scardigno è fermamente risoluto a non abbandonare il suo posto davanti al Comando, così come dichiara di essere fiero di far parte dell’Arma dei Carabinieri. “Io l’Arma ce l’ho tautata sulla pelle” dice mostrando lo stemma dei Carabinieri sul suo braccio sinistro. “Non mi muoverò di qui finché non sarà fatta giusitizia”.