Palermo, 30 luglio 2019
“La rappresentanza delle marinerie siciliane ha portato a Palazzo dei Normanni la propria sofferenza chiedendo al Governo Regionale di farsi portavoce delle istanze del comparto”, così l’On. Amata (FdI) presente all’incontro tenutosi in sala Rossa, Pio La Torre, quest’oggi.
“La crisi drammatica è dovuta sia a motivazioni congiunturali che di natura normativa. Un regolamento comunitario -il 982/2019-”, illustra il deputato regionale di Fratelli d’Italia, “ha, di fatto, bloccato l’attività di pesca di tutte la marinerie che si affacciano nel canale di Sicilia, definendo la interdizione alla pesca di diverse zone nel Mediterraneo fra le quali tre aree del canale di Sicilia molto estese. Va detto che la decisione è frutto di una modifica al precedente regolamento in vigore ed è figlia di una raccomandazione della Commissione Generale della Pesca del 2016 a seguito di “fantomatici studi scientifici” compiuti da una ONG (oeceana) secondo cui la pesca a strascico avrebbe danneggiato la fauna, con specifico riferimento al gambero rosa e il nasello.
Le aree perimetrate e precluse all’attività pescosa sono da sempre le più ricche di prodotto. E non possiamo non evidenziare come la nostra attività in tal senso costituisca un patrimonio artigianale da tutelare in ogni modo possibile, nel rispetto delle norme. Il Presidente Musumeci ha chiarito che domani stesso interpellerà il Governo centrale al fine di affrontare prontamente la questione”, aggiunge.
“Personalmente sposo appieno la protesta delle marinerie rivolgendo agli operatori il mio più profondo sentimento di vicinanza. Trovo assurdo che dalla Comunità Europea giungano gli ennesimi diktat relativi alla gestione delle nostre attività produttive, penalizzando in modo arbitrario e insensato l’azione di un settore che sta soffrendo in modo impressionante, sempre e comunque in vantaggio di realtà del Nord, a partire da quelle Baltiche. Se dobbiamo giocare al gioco di chi resta a guardare inerme accettando imposizioni Europee, io non ci sto.
La dignità e l’identità di un comparto così storico e fondamentale per la nostra terra non può non essere tutelata. Le marinerie di Sciacca, Licata, Porto Empedocle, Porto Palo di Capo Passero, Pozzallo e Scoglitti hanno lanciato un grido d’allarme che il Presidente ha colto e di cui prontamente si farà portavoce”, prosegue l’On. Amata che chiosa ribadendo la linea di Fratelli d’Italia per cui “non intendiamo stare zitti davanti a questo ennesimo smacco alla nostra economia. È una questione finanziaria, etica, identitaria e non è pensabile che qualcuno venga ad imporci castronerie solo per affossarci sempre di più e ridurci in schiavitù di assi che hanno solo interesse a danneggiarci, mentre ci si gira dall’altra parte quando flotte extracomunitarie scorrazzano nei nostri mari”.
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