Messina, 23 luglio 2019
Il sindaco di Messina Cateno De Luca si reca a Roma al Ministero della Giustizia per conoscere lo stato dell’arte della realizzazione del secondo palazzo di Giustizia messinese. Ma la sopresa è amara: per realizzare il Palagiustizia presso l’area dell’ex Ospedale Militare in viale Europa saranno necessari 40 milioni di euro e ben dieci anni per la realizzazione delle opere necessarie di riqualificazione e di messa a norma dell’area. Fin qui lo sfogo del sindaco De Luca in un video. Ma noi informiamo De Luca che c’è anche di più: con il mutuo stipulato dal Comune di Messina negli anni 80 era stata indetto un bando per manifestazione di interesse per mettere a disposizione locali GIA’ IN ESSERE al fine di realizzare in tempi brevi proprio il secondo palazzo di Giustizia a Messina. Tre soggetti si presentarono ed alla fine, a seguito anche di un ricorso, il bando fu assegnato alla Curia di Messina che aveva messo a disposizione un palazzo ricadente a Giostra che ospitava una scuola. La scuola nel frattempo fu dismessa proprio nell’attesa di assegnare i locali al Comune. La procedura però venne bloccata dal Comune e da allora manca una delibera comunale che annulli il bando che aveva assegnato le somme per i locali alla Curia o che ne stabilisca e ne sancisca l’assegnazione. Somme, fra l’altro, mai accreditate alla Curia nè al Comune, locali rimasti chiusi ed inutilizzati con maggior danno proprio per la Curia Arcivescovile. Sussiste, infatti, una sentenza del CGA peraltro passata in giudicato dell’ottobre del 2011 a cui il Comune di Messina non ha mai ottemperato e che periodicamente gli avvocati dell’Arcidiocesi ricordano alle amministrazioni che si sono succedute come una scure di Damocle sul capo del Comune. Nel momento in cui si procederà alla effettiva realizzazione del secondo Palazzo di Giustizia presso l’area deifinitiva che non sarà il palazzo della Curia, tale ricorso potrebbe improvvisamente costare al Comune una cifra davvero insostenibile. Altro che 40 milioni di euro. Il sindaco chieda al consigliere Pergolizzi come andarono i fatti e cosa rischia il Comune di Messina o all’ex sindaco Antonio Andò.