
Messina, 19 luglio 2019 – di Giuseppe Bevacqua
Alessandro Russo, consigliere del PD, mi sta simpatico. Premesso questo, mi ha lasciato un po’ perplesso la sua “protesta” davanti alla Prefettura di stamane. Il buon Russo in maglietta e “ferri” del mestiere si è improvvisato lavavetri al semaforo. Il “gesto” è provocatorio nei confronti dell’ordinanza del Sindaco De Luca definita “antipovertà” che mira a restituire decoro alla città di Messina. Un’ordinanza per certi aspetti non chiara, come per il fatto di vietare di consumare cibi in strada, che ha già creato qualche perplessità tra i volontari che sussistentano tanti senza casa, e per il fatto che non sempre è possibile per i clochard di Messina poter trovare un riparo consentito dalla nuova ordinanza per trascorrere la notte. L’ordinanza in questione però vieta anche la pratica del lavaggio vetri e della questua “molesta” ai semfori. Una pratica che penso sia mal sopportata da molti messinesi e che io stesso ho visto degenerare in quasi aggressioni in altri comuni come Palermo e Catania. Avrei certamente compreso meglio la protesta se Alessandro Russo avesse deciso di unirsi ai tanti senza tetto che dormono alla stazione o nei pressi di Palazzo Zanca, o se avesse provato a dormire alla Casa di Vincenzo senza trovare posto. Ma la protesta per difendere chi occupa gli incroci spesso inscenando “drammi” che spesso non ci sono, come invalidità fasulle, o esigendo di lavare vetri bussando anche violentemente sui finestrini delle auto, non la condivido. Sarebbe poi meglio che un consigliere comunale schivi la pubblicità che un gesto del genere innesca. Meglio infatti sarebbe discuterne in aula, con maggiori risultati per i suoi elettori e migliore esempio istituzionale.