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Barcellona Pozzo di Gotto (ME): i Carabinieri del ROS eseguono sequestro beni a carico di CALDERONE Antonino.

- 12/07/2019

Barcellona P.G. (Me), 12 luglio 2019

I Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Messina hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Messina – Sezione Misure di Prevenzione su richiesta della locale DDA, a carico di CALDERONE Antonino, esponente della famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), attualmente detenuto.

Il provvedimento si inquadra nella complessiva manovra di contrasto alla criminalità di tipo mafioso che l’Arma sta conducendo sotto la direzione della Procura di Messina, guidata dal dr. Maurizio de Lucia, e che vede nell’aggressione ai patrimoni un momento fondamentale delle attività, sia in fase preventiva che repressiva.

Nel dettaglio, il sequestro riguarda:

2 immobili ad uso commerciale;

6 immobili costituenti un’unica struttura utilizzata per l’allevamento;

1 impresa dedita all’allevamento di animali ed alla commercializzazione di carni;

4 rapporti di credito,

per un valore complessivo di oltre 500.000 euro.

CALDERONE Antonino è emerso, grazie alle numerose attività investigative condotte dal R.O.S. sull’articolazione mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), quale figura di spicco della consorteria criminale nonché tra i soggetti più vicini a D’AMICO Carmelo.

L’appartenenza del CALDERONE al sodalizio mafioso barcellonese è stata sancita, in primo luogo, all’esito del processo scaturito dall’operazione cd. Pozzo 1, con sentenza divenuta irrevocabile nel 2015, cui ha fatto seguito la sentenza scaturita dall’operazione cd. GOTHA 5 (anch’essa definitiva) che ne ha confermato l’intraneità al gruppo criminale fino al 2013. Da ultimo, nel 2016 CALDERONE Antonino è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare cd. GOTHA 6, nella quale è gravemente indiziato, sulla base delle convergenti dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, della partecipazione ad 11 omicidi. Il relativo processo è pendente, in primo grado, dinanzi alla Corte d’Assise di Messina. 

Tra i beni sequestrati, anche un casolare che nel corso dell’indagine “Pozzo” era stata oggetto di intercettazione poiché frequentato, oltre che dallo stesso CALDERONE, da altri appartenenti al medesimo sodalizio.