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Carabinieri: il generale Luigi Robusto incontra i 31 corsisti della Scuola Ufficiali assegnati in formazione sul campo in Sicilia e Calabria

- 06/07/2019
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Messina, 6 luglio 2019 – di Giuseppe Bevacqua

Il generale di C.A. Luigi Robusto, in qualità di Comandante del Comando Interregionale Sicilia e Calabria, ha incontrato i 31 giovani allievi della Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma assegnati nelle regioni di competenza del Comando Interregionale, al fine di conseguire una specializzazione pratica sul campo.

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Il Generale di C.A. Luigi Robusto

Si tratta di giovani tra i 21 ed i 24 anni al secondo anno di corso alla Scuola Ufficiali di Roma che sono stati assegnati, nell’ambito del loro percorso formativo, al Comando Interregionale, Sicilia e Calabria, per vivere la pratica operativa della funzione di comando che, completato il corso, dovranno assumere. “Il contatto con la vita reale operativa, ha detto il Generale Comandante Luigi Robusto, è un’occasione importante per andare oltre la teoria e rafforzarla con l’esperienza pratica. Un’esperimento di 30 giorni che servirà a questi giovani come strumento per creare un bagaglio di esperienza insostituibile che una volta non c’era“.

Sono 17 più due gli allievi ufficiali assegnati alla Regione Sicilia e 12 alla Regione Calabria. “Vivere a contatto con la realtà dei nostri territori non facili e densi di avvenimenti, rispetto alle altre regioni. Coniugare il banco di scuola con il banco di strada è l’obiettivo: dialogare con il delinquente, che si sia macchiato di un reato minore o di un reato importante, presuppone sistemi di approccio e di gestione della comunicazione profondamente diversa. Il percorso di formazione previsto dall’Arma dei Carabinieri, diventata ormai autonoma rispetto all’Esercito, è dettagliato ed evoluto, oggi più che mai rispetto al passato. E’ un momento che qualifica la nostra vita formativa come Carabinieri” ha detto il Generale Robusto.

Trentuno ‘tabule rase’ che sono venuti per confrontarsi, per adeguare quanto hanno imparato in teoria alla pratica. Il messaggio che ho dato loro è stato di non esaltarsi di stare in territorio di mafia o di ‘ndangheta dimenticando che anche qui è obbligatorio indossare il casco. Perché se il figlio di un mafioso che guida il motorino senza casco ed i Carabinieri lo guardano e non gli dicono nulla, quel giovane perderà stima e rispetto per tutto ciò che la divisa delle forze dell’ordine rappresenta e si sentirà autorizzato ad andare oltre riconoscendo magari altre regole piuttosto le Leggi dello Stato. Norme che la divisa dei Carabinieri rappresenta e deve sempre rappresentare“, ha concluso il Generale Robusto.