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Messina, 30 giugno 2019
Un’operazione da manuale quella del disinnesco dell’ordigno bellico della seconda guerra mondiale, portata a termine dagli artificieri del IV° Reggimento di Palermo al comando del Maggiore Ruvolo, così come perfetta è stata l’organizzazione della Prefettura affidata agli uomini della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Polizia Municipale e dei volontari che sul campo hanno coordinato e portato a termine le operazioni di evacuazione e di controllo dell’area rossa che è stata chiusa alle 7.30 di stamattina. La bomba è stata disinnescata nell’area interdetta della via Don Blasco con la rimozione della spoletta in tempi davvero record: alle 9.34 il robottino applicato al congegno di innesco lo ha svitato dal corpo della bomba rendendola così pressoché inoffensiva. L’ordigno è stato così posto dentro una scatola di metallo e protetta da sabbia per essere così allontanata dal centro della città di Messina e trasportata con un convoglio di Polizia, Vigili del Fuoco e Polizia Municipale verso la cava di Santo Stefano Medio. Qui gli uomini del maggiore Ruvolo avevano provveduto a scavare una buca di 6 metri per 6 nella quale la bomba è stata calata per essere sommersa di terra che i Vigili del Fuoco hanno provveduto ad irrorare di abbondante acqua. L’operazione ha permesso di determinare un’esplosione controllata dell’ordigno che con i suoi trenta chili di TNT (Trinitro toluene) è esplosa senza creare alcun danno. Se le operazioni di disinnesco sono state svolte abbastanza velocemente (dalle 7.54 alle 9.34), meno rapide sono state le operazioni per il suo brillamento che si sono protratte fino alle 14.50. Subito dopo il suo brillamento, infatti, è stato necessario, come previsto dalla procedura, la verifica dell’effettiva esplosione .