Messina, 25 giugno 2019 – di Giuseppe Bevacqua
Chi ha vissuto immerso nelle aziende commerciali ed è stato sottoposto alla stressante logica degli obiettivi sa perfettamente che dichiarare “abbiamo dato il massimo” senza però rispettare il target aziendale equivale al crearsi comodi quanto inutili alibi. Il Sindaco Cateno De Luca ed i suoi assessori avranno anche dato il “massimo” ma continuano i “blitz” contro sé stessi e ciò significa una sola cosa: si è raggiunto molto poco di quanto promesso in campagna elettorale.
De Luca lo sa, così come sa anche che il consenso si è di molto assottigliato e che se andasse ad elezioni in questo momento il risultato potrebbe essere davvero deludente, ma non sorprendente.
Toni fuori dalle righe, dichiarazioni sui social spesso scomposte o fuori luogo, “chiamata alle armi” di squadre di fan, fedelissimi “giannizzeri”, pronti a difendere anche l’indifendibile, non hanno giovato all’immagine di un sindaco che per mesi si è occupato più di campagna elettorale europea che della città. Ed anche pericolosamente, direi.
Il prospettato e promesso “Catemoto” non si è verificato. Anzi sono stati più i passi indietro rispetto al programma che i punti mantenuti. Del terremoto De Luca non v’è traccia, se non di nuove agenzie comunali, di nuovi cda nei quali sono entrati (ed usciti) persone di fiducia del sindaco stesso, le strutture sportive sono ancora in condizioni disastrose, le strade idem, la differenziata comincia solo ora a delinearsi, i servizi sociali sono gestiti da un’agenzia speciale della quale ancora si parla in termini di difficoltà gestionali, con irregolarità circa il contratto di servizio, di assunzioni sulla cui regolarità procedurale la Corte dei Conti deve esprimersi e con ricorsi in cantiere ed ex dipendenti in sospeso.
Insomma non è facile governare, più facile fare proclami, lo sa bene l’ex sindaco Renato Accorinti. Le aspettative create sono il “veleno” che spesso provoca le eutanasie più drammatiche per gli amministratori. Quando tali aspettative sono eclatanti ed annunciate con forza e poi non rispettate creano una sola cosa: malcontento ed abbandono della causa del leader. Anche questo De Luca lo sa benissimo ed i toni del suo messaggio di fine primo anno lo dimostrano: pacati, istituzionali e con la richiesta di “vicinanza” di chi lo ha votato. Ma di quelli che un anno fa hanno votato De Luca quanti lo rivoterebbero?