Messina, 21 giugno 2019 – di Giuseppe Bevacqua
Sono poco più di 250 a seguire la dialetticamente lenta e tecnicamente debole diretta di Cateno De Luca di ieri sera. A parte l’audio che va e viene, la scena è quella di sempre: Cateno De Luca in monologo ed assessori muti. Ma qual è il motivo della decisione che ha spinto il Sindaco a comunicare alla vecchia maniera? La presa d’atto del “risveglio” del Consiglio Comunale, fatto passare per circa un ora e 23 minuti da Cateno De Luca come un “tradimento”.
CON LE “MANI LEGATE”
Brand Messina, i 300 ispettori ambientali, l’agenzia (l’ennesima) per la gestione del patrimonio comunale e l’isola pedonale di piazza Cairoli da riaprire i temi caldi. Insomma ciò che traspare dalle parole di Cateno De Luca è che il Consiglio Comunale, ricompattatosi, ha deciso di tirare i remi in barca, tagliandogli qualsiasi carburante per i progetti creativi di Sindaco e Giunta, che poi è la stessa cosa. Così De Luca usa l’arma che da sempre ha usato, in campagna elettorale, nelle difficoltà politiche e giudiziarie: la strategia dell’essere sotto attacco.
L’ERRORE ORIGINARIO
“La colpa è del Consiglio Comunale che non ci fa lavorare“, ma il Consiglio Comunale fa il suo lavoro. In sostanza Cateno De Luca paga l’errore originario del quale si era dimenticato o che credeva risolto: non avere neanche un consigliere ufficialmente tra le sue file. Un errore fatto in campagna elettorale con la clonazione di liste delle quali nessuna, per colpa del frazionamento, ha espresso consiglieri. Ma se lo doveva aspettare De Luca, non è certo novità che la battaglia per la gestione alla “Cateno maniera” sarebbe stata difficile. Ed anzi tanto ha fatto finora, quasi rasentando il miracolo politico, complice la contingenza del salvataggio della città dal dissesto che ha trascinato dalla sua parte i consiglieri comunali.
ALLA CONQUISTA DEL SOSTEGNO PERDUTO
Così cosa resta da fare al sindaco De Luca se non chiamare a raccolta quella città della quale ha perso gran parte del sostegno? Così da un lato “demonizza” il Consiglio Comunale trasformandolo nel “mostro” che vuole “la città al guinzaglio delle solite logiche“, dall’altro si erge ad unico “vero paladino” dei messinesi con i quali vuole tornare ad interagire, dopo mesi di una segreteria di Gabinetto, che è cosa ben diversa da una segreteria politica, che ha opposto un filtro quasi “violento” a qualsiasi richiesta di colloquio con De Luca. Adesso il “sindaco dei sindaci”, come si è definito per giustificare la sua frequente presenza a Palermo, all’ARS, si accorge che la sua porta è stata troppo a lungo sprangata e che sono i “1000 appuntamenti inevasi” che hanno scavato un solco tra lui e la città che lo ha votato, facendogli perdere consensi. E’ vero: solo la città potrà salvare De Luca e la sua Giunta “muta”.
CONSIGLIO COMUNALE: gli insulti “in diretta”
“Consiglieri comunali vergognosi”, “Togliendo qualche consigliere il resto sono Cessi…”, ed ancora peggio, “non servono 300 ispettori ma 300 cecchini”, “Consiglieri sono senza vergogna” : sono i commenti che si leggono a margine della diretta di ieri sera. Parole gravissime che mettono in discussione la democraticità delle scelte del Consiglio Comunale che, ricordiamo, è libero di scegliere la propria linea politica e, dunque, non è certo obbligato ad approvare 300 nuove assunzioni e due agenzie con conseguenti costi per CDA e doppioni di dipartimenti, come quello del Patrimonio che lo stesso Sindaco ammette essere in difficoltà perché sotto organico e che invece di rimpolparlo, mettendolo così in condizioni di lavorare, De Luca pensa a sostituirlo con un’azienda speciale, un’altra.
IL “VIETNAM” DI DE LUCA ED IL DESTINO DI MESSINA
Come finirà? Adesso il Comune “magicamente” si riapre ai cittadini dopo mesi di campagna elettorale durante la quale Messina è stata guidata dal “sindaco ombra”, Salvatore Mondello. Adesso De Luca porterà in giro per Messina, nei ristoranti nei quali sindaco e Giunta faranno le proprie cene su invito, per settimanalmente interagire con la città, adesso le porte della sua stanza sono di nuovo riaperte “senza appuntamento” per ben due giorni alla settimana. Insomma Cateno De Luca si è accorto che il suo “Vietnam” che in democrazia si chiama equilibrio politico tra Amministrazione comunale e Consiglio Comunale, quale espressione del voto dei cittadini tutti, non può combatterlo senza riconquistare il consenso di quei cittadini a cui aveva chiuso le porte ed il telefono in faccia.
In bocca al lupo Sindaco, in bocca al lupo Messina.
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