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“Donare è vita” alla Casa Circondariale di Gazzi: giornata di informazione sulla donazione organi

- 10/06/2019
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Messina, 10 giugno 2019

Gaetano Alessandro in qualità di presidente dell’associazione si sta dimostrando un vero vulcano di idee al fine di informare quanto più pubblico possibile e adeguatamente sulle modalità che portano alla donazione degli organi. Dopo il protocollo d’intesa sigliato con la Brigata Meccanizzata Aosta, con il Policlinico Universitario “G. Martino” di Messina il 05.06.2019, alle ore 15,00 dello scorso 5 giugno, e’ stata la volta della Casa Circondariale di Messina, dove, grazie alla sensibilita’ e alla disponibilita’ della dottoressa Angela Sciavicco, Direttrice  dell’Istituto penitenziario della città di Messina, è stato possibile organizzare un incontro con i detenuti che hanno voluto partecipare alla giornata di informazione. Merito della riuscita dell’incontro va alla dottoressa Sciavicco che, in coerenza con il suo discorso di insediamento, si è dimostrata molto attenta alle istanze di collaborazione istituzionale e di solidarietà civile, volte alla rieducazione dei ristretti, con un  continuo e costruttivo dialogo tra la realtà carceraria e il resto della cittadinanza.

Alle 15,00 il gruppo formato da: Gaetano Alessandro, Giuseppe Bevacqua giornalista direttore di Vocedipopolo.it, Antonino Levita dirigente medico U.O.S. qualità, rischio clinico e accreditamento AOU “Gaetano Martino”, Francesco Puliatti responsabile Centro Regionale Trapianti Locale presso AOU “Gaetano Martino”, Giovanni Egitto, Dirigente Medico Direzione Sanitaria AOU “Gaetano Martino; Angela Rizzo, Presidente del Comitato Consultivo Azienda AOU “Gaetano Martino, ha varcato la soglia della Casa Circondariale per creare un momento di scambio di informazioni tra la realta’ carceraria e il resto della cittadinanza.

Parlare di donazione degli organi significa per forza di cose parlare di morte. La morte e’ un argomento difficile da affrontare, sempre e in tutti i luoghi. Ma non se al concetto di “fine” espresso dalla morte si coniuga quello di vita, di vita vissuta appieno e di vita da sopravvissuto.

Gaetano Alessandro, ricevente del cuore di Corrado Lazzara, cui è intitolata l’associazione “Donare è Vita” con questi incontri intende portare in tutti i luoghi l’argomento donazione organi. L’obiettivo è far comprendere che la donazione non riguarda soltanto chi ne ha bisogno, ma potrebbe, invece, riguardare tutti, perchè tutti da un momento all’altro potremmo averne indispensabile necessità. Cattiva informazione o carenza di approfondimento contribuiscono ad allontanare dal concetto di civiltà della donazione. Il problema sta proprio nella non conoscenza del protocollo che porta all’espianto degli organi: quello che accerta la morte cerebrale, cosa ben diversa dal “coma”. Infatti, l’iter previsto dalla legislazione italiana circa l’accertamento della morte cerebrale è severo e molto scrupoloso. In quanto solo dopo l’accertamento di morte cerebrale è possibile procedere, quando vi è l’autorizzazione dei parenti, o in caso di decisione espressa in vita da parte del donatore, procedere all’espianto degli organi e dunque alla donazione.

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Gli organi vengono prelevati soltanto dopo la morte cerebrale. Così appare quanto mai importante esprimere in vita la decisione di  donare gli organi:

  1. La scelta di donare gli organi dopo la morte spetta a me;
  2. E’ importante che i miei familiari conoscano la mia volonta’ e la rispettino senza dover prendere una decisine in una situazione di lutto;
  3. Perche’ ci sono tantissime persone che stanno aspettando un organo, e dicendo sì potrei salvare le loro vite.

Un solo donatore puo’ aiutare fino a sette persone, che possono diventare addirittura nove.

A dimostrare quanto sia importante e di altissimo valore civile aderire alla volontà di donazione di ciò che dopo morti, diversamente, non sarà altro che distruzione, è la storia personale di Gaetano Alessandro.

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Giuseppe Bevacqua vocedipopolo.it

Un uomo viene ricoverato in ospedale con una grave emorragia cerebrale:

  1. Al pronto soccorso e nel reparto di terapia intensiva, i medici e gli infermieri fanno tutto il possibile per salvargli la vita. Purtroppo ogni sforzo è vano e non è più possibile impedire il decesso. Qualsiasi trattamento ora è diventato inutile.
  2. In una simile situazione, i medici parlano ai congiunti della possibilità di donare organi o tessuti. Il paziente diventa un possibile donatore se ha già dichiarato per scritto il proprio consenso alla donazione in caso contrario,  si chiede ai congiunti più stretti se il paziente quando era in vita si fosse mai espresso a favore o contro una donazione. Se l’intenzione del paziente non è nota, la decisione spetta ai congiunti che devono rispettare la volontà presunta del paziente. Se c’è il consenso alla donazione di organi o tessuti, la respirazione artificiale viene continuata e, se necessario, sono attuate altre misure mediche preparatorie volte a preservare gli organi. Per contro, in mancanza di un consenso alla donazione di organi o tessuti vengono interrotte tutte le misure terapeutiche.
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Gaetano Egitto

Del protocollo al fine dell’accertamento della morte cerebrale ne ha parlato il dottor Francesco Puliatti, anestesista e coordinatore del Centro Regionale Trapianti di Messina. Il dottor Giovanni Egitto ha parlato degli aspetti procedurali di competenza della Direzione Sanitaria del Policlinico in questi casi:

  • I medici procedono ora ai controlli prescritti per accertare il decesso (accertamento della morte cerebrale) e confermano che l’uomo è morto. Poiché il paziente è sottoposto a respirazione artificiale, mancano i tipici segni esterni del decesso come il rigor mortis o le macchie cadaveriche.
  • A questo punto inizia la ricerca dei riceventi idonei.
  • Parallelamente alla ricerca di riceventi, iniziano anche i preparativi per il prelievo degli organi dalla persona deceduta. Il coordinamento è molto complesso. Dopo il prelievo, gli organi vengono trasportati nei centri di trapianto. Questi trasporti devono avvenire il più velocemente possibile, perché gli organi non irrorati di sangue mantengono la loro funzionalità soltanto per un breve periodo.
  • Dopo il prelievo di organi e tessuti, tutte le ferite operatorie sono suturate. Le suture si trovano in punti del corpo che non sono visibili quando la salma è composta. Adesso i familiari possono dare l’ultimo saluto al defunto, ma nel frattempo hanno salvato altre vite.

L’ultimo saluto deve essere dato ugualmente sia nel caso di donazione o no, ma nel secondo caso non ci sara’ nessuno tranne i familiari a ricordare il defunto, mentre con la donazione ci sara’ sempre qualcuno che ringrazierà il donatore per l’immenso gesto d’amore e di generosità che ha deciso di fare donando.

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Cosi’ come ha fatto Gaetano Alessandro, quando nel teatro “il piccolo Shakespeare” della casa Circondariale di Gazzi, ha parlato di Corrado Lazzara morto 5 anni fa che grazie al suo altruismo e’ diventato eterno.

“L’incontro alla Casa Circondariale di Gazzi e’ stato uno dei momenti di unione e di condivisione di notizie molto forti, ma che servono a guardare in faccia i nostri simili, con  i nostri percorsi di vita e perche’ no anche di morte; in quel teatro non si sentiva volare una mosca, ma la percezione di grande generosita’, questi incontri divulgativi servono per sfatare alcune leggende metropolitane e ristabilire la verità sulla donazione degli organi” ha detto Gaetano Alessandro.