Messina 8 giugno 2019
Il Consorzio Autostrade Siciliane non perde occasione per interporre ostacoli pretestuosi volti a frenare il reinserimento dei precari storici nel ciclo produttivo. Approfittando dell’errato blocco regionale delle assunzioni (che non può essere applicato al CAS perché Ente che si auto-sostiene e non percepisce sovvenzioni pubbliche) il Consorzio è riuscito a evitare per anni la stabilizzazione dei lavoratori e continua a elargire straordinario oltre i limiti consentiti per far fronte alla carenza di organico. Nell’attesa che la politica facesse definitiva chiarezza e ordinasse lo sblocco delle assunzioni al CAS, il sindacato aveva accettato, in modo provvisorio, l’utilizzo del lavoro somministrato attraverso agenzia interinale, ma anche in questo caso la dirigenza del CAS è riuscita a inventarsi l’escamotage per tenere a debita distanza i lavoratori che da anni rivendicano il sacrosanto diritto al lavoro. La novità dell’ultima ora, emanata d’imperio dal CAS, senza confronto con i sindacati che rappresentano tali lavoratori, si riassume nell’esclusione, anche dal lavoro somministrato, di coloro che hanno prestato servizio con contratti a tempo determinato direttamente con l’Ente e hanno un servizio pregresso di 36 mesi.
In buona sostanza, chi ha lavorato al CAS con contratto a termine per un periodo complessivo di 36 mesi non può essere assunto neanche attraverso agenzia (!?) Perché???
Significa che i precari storici, illusi per anni, sono definitivamente fuori dal ciclo produttivo, nonostante a la sancita carenza di organico che l’ex Direttore Generale del Cas –Leonardo Santoro- aveva quantificato in oltre 200 unità.
Sfugge al sindacato quali siano le dinamiche e le logiche di questo comportamento palesemente ostile ai lavoratori, quasi che l’aver servito l’Ente con professionalità – spesso in condizione di forte disagio per i lavoratori – sia piuttosto un demerito … una colpa.
Queste sono le domande che pone l’ORSA all’opinione pubblica, rilevando il colpevole silenzio dell’Amministrazione:
Che forse, escludendo questi lavoratori dal servizio di somministrazione, si vogliano eludere le Leggi dello Stato, per evitare – come prescrivono le stesse – di stabilizzare il personale in maniera definitiva, in un Ente che è in grave carenza di organico?
Che forse questa condotta fa gioco al mantenimento dell’uso e abuso del ricorso al lavoro in straordinario (oltre un milione di euro in spesa annua) sanzionato più volte da ITL di Messina? (A proposito: Che fine ha fatto l’ITL di Messina?)
Cosa ha da dire l’onorevole assessore Marco Falcone (ne è a conoscenza!) che presiede l’organo di vigilanza della Regione?
Alla luce dei fatti, questa O.S. ha già chiesto le necessarie risposte su quanto accaduto e in atto e/o la convocazione urgente presso le sedi deputate per trattarne le argomentazioni.
Risulta ovvio che in assenza di chiarimenti e soluzioni, saranno poste in essere tutte le azioni sindacali e legali a tutela dei lavoratori rappresentati.