
Messina, 1 giugno 2019
Il Ministero per lo Sviluppo Economico ha concesso ieri la cassa integrazione per i circa 700 dipendenti della Commerciale Gicap della famiglia Capone. La società versa in una grave crisi dovuta anche allo stato di difficoltà congiunturale dell’intero settore della grande distribuzione che ha già colpito altre aziende del settore.
In una riunione con i dipendenti la direzione GICAP aveva già fatto chiarezza direttamente e responsabilmente con i lavoratori sul futuro dell’azienda: libri contabili in Tribunale per un concordato preventivo volto a scongiurarne il fallimento, viste le istanze già presentate da un certo numero di creditori, dunque amministrazione giudiziaria, chiusura di alcuni punti vendita minori e, questione più scottante tra tutte, l’accordo sul tfr da siglare tra lavoratori e subentrante nel fitto d’azienda “LikeSicilia”, la controllata di “APULIA”, la società (l’unica) che ha mostrato interesse a prima affittare e poi ad acquistare tutti in blocco i punti vendita della famiglia Capone.
La questione TFR è scottante in quanto se da un lato i sindacati tentano di mediare dall’altra la mancata firma da parte dei lavoratori alla rinuncia di parte dei loro diritti al fine da non far ricadere i debiti nei confronti dei dipendenti di GICAP, direttamente sulla subentrante “LIKESICILIA”, potrebbe costare l’accordo stesso. Questa condizione sarebbe infatti “sine qua non”, dunque determinante per il perfezionamento dell’accordo “salva posti di lavoro”.


