Messina, 31 maggio 2019
Che ci fanno due divise nel cassonetto della via Don Blasco? La domanda esige una risposta anche perchè il ritrovamento avviene proprio il giorno dopo la sospensione dei quattro dipendenti delle Poste di via Olimpia per aver mandato al macero posta invece da consegnare. E solo per ottenere i premi di produttività. Indagine in corso, come abbiamo già detto, sull’operato di Angela Cingari, ex direttrice del Centro CPD di via Olimpia, i capisquadra del Cpd Giuseppe Scarcella e Alfio Chiarenza, e poi il portalettere Marco Ciraolo, che, in concorso tra loro e nei rispettivi ambiti professionali che esercitavano presso il Centro Postale Primario di distribuzione di via Olimpia sono stati ritenuti responsabili dei reati di interruzione di pubblico servizio (artt.110 e 340 c.p.) e truffa aggravata ( art. 110 e 640 c2 c.p). Ma l’indagine deve anche farsi carico di chiarire cosa ci fanno queste due divise in un cassonetto peraltro ben lontano da uffici postali ed in una zona anche degradata?
E’ infatti impossibile che un dipendente di Poste Italiane, anche andato in pensione, possa aver gettato la propria divisa. Peraltro quelle rinvenute sembrano anche in buone condizioni. Lo smaltimento delle divise usurate o degli ex dipendenti spetterebbe a Poste Italiane. La divisa delle Poste è infatti un materiale “sensibile”. Pensate a chi, magari con intenzioni criminali, trovando una divisa in un cassonetto si introduca in un ufficio postale indossandola e spacciandosi per un dipendente. Le divise vanno sempre riconsegnate alle POSTE. Dunque come mai queste due sono state ritrovate in un cassonetto? Chi ve li ha gettate dentro?