CALTANISSETTA, 10 MAG – Il gup ha condannato in abbreviato Antonello Montante a 14 anni di reclusione. L’ex presidente di Sicindustria era accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo a sistema informatico. Sarebbe stato al centro del cosiddetto “Sistema Montante” una rete spionistica utilizzata per salvaguardare se stesso e colpire gli avversari dandogli la possibilità di essere la testa di un “governo parallelo” in Sicilia. Il pm aveva chiesto 10 anni e 6 mesi.
Gli altri imputati, a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alla rivelazione di notizie coperte dal segreto d’ufficio, al favoreggiamento sono stati condannati: il colonnello Gianfranco Ardizzone, ex comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caltanissetta a 3 anni (chiesti 4 anni e 6 mesi), il sostituto commissario Marco De Angelis a 4 anni, (chiesti 6 anni e 11 mesi), il capo della security di Confindustria Diego Di Simone a 6 anni (chiesti 7 anni, 1 mese e 10 giorni), il questore Andrea Grassi è stato assolto da due capi d’imputazione ma condannato a un anno e 4 mesi per un altro (chiesti 2 anni e 8 mesi), assolto il dirigente regionale Alessandro Ferrara (chiesta l’assoluzione).
“Il dispositivo certifica il buon lavoro svolto dal nostro ufficio e la solidità dell’impianto accusatorio da noi portato in aula, poi bisognerà attendere le motivazioni per una valutazione più approfondita”. Così il procuratore di Caltanissetta, Amedeo Bertone, commenta la sentenza del Gup Grazia Luparello sul cosiddetto ‘sistema Montante’ con la condanna a 14 anni di reclusione per l’ex leader di Confindustria Sicilia.
“Ci aspettavamo viste le premesse una condanna ma non così pesante. Leggeremo le motivazioni. Tenete conto che una condanna in abbreviato a 14 anni prevede una pena base di 21 anni: siamo quasi all’omicidio”. Lo ha detto Giuseppe Panepinto, uno dei legali di Antonello Montante condannato a 14 anni di carcere questa sera dal gup nisseno. L’avvocato ha detto che Montante farà appello.
“Quattordici anni? Ma è più di quello che ha chiesto la Procura…”. Così Antonello Montante ha commentato al telefono con uno dei suoi legali, l’avvocato Giuseppe Panepinto, la sentenza del Gup Grazia Luparello che è superiore di tre anni e sei mesi rispetto a quando sollecitato dai Pm a conclusione della requisitoria. “E’ molto amareggiato – ha spiegato il penalista annunciando ‘ricorso in appello’ – per una sentenza che si commenta da sé. Una condanna a 14 anni in abbreviato – ha sottolineato – significa che la pena base è di 21 anni di reclusione, siamo quasi all’omicidio…”.
“Il dispositivo della sentenza – ha detto Bertone parlando con i cronisti dopo la sentenza – mi pare che dia largamente conto della fondatezza dell’accusa e dello straordinario lavoro della Procura di Caltanissetta e fa in qualche modo anche giustizia di alcune affermazioni che ho avuto modo di sentire durante il processo”. “Non capisco – ha aggiunto il procuratore di Caltanissetta riferendosi a ‘pressioni mediatiche’ di cui ha parlato in aula uno dei legali di Montante, l’avvocato Giuseppe Panepinto – a cosa faccia riferimento l’avvocato. La Procura si è mossa in condizioni di assoluta liberta’ senza nessun condizionamento. Abbiamo cercato soprattutto le prove per ricostruire questo sistema che ha trovato riconoscimento nel dispositivo della sentenza. Il fatto che la commissione antimafia farà un’indagine su questo processo – ha osservato Bertone – è un altro profilo che non riguarda noi. Certamente il sistema che è stato delineato dalle indagini pone la necessita’ di ulteriori verifiche sui rapporti tra uomini che svolgono attività pubblica e altri soggetti e probabilmente sotto questo profilo la commissione antimafia vuole acquisire ulteriori elementi. Mi pare evidente – ha concluso il procuratore di Caltanissetta – che la sentenza dia conferma di quello che si e’ delineato nel corso delle indagini e cioè che esisteva un ‘sistema Montante’”.
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