La mappa dei bisogni tardiva, il piano economico finanziario mancante ed il contratto di servizio cambiato in corsa
Messina, 8 maggio 2019 – di Giuseppe Bevacqua
Come si può biasimare il Consiglio Comunale? Quando nella giornata di ieri la segretaria generale si è di fatto “scagliata” contro l’operato della dirigente del Dipartimento Servizi Sociali circa le variazioni apportate “in corsa” al contratto di servizio, è più che legittimo che il Consiglio Comunale abbia preso tempo sulla deliberazione del trasferimento dei fondi. Nei fatti il contratto di servizio è, come già detto più volte, difforme da quello approntato originariamente e così conosciuto ed approvato dal Consiglio Comunale. Secondo la segretaria generale Rossana Carrubba il contratto di servizio, così com’è oggi è di molto diverso rispetto a quello originario. Il punto è che in esso sono stati aggiunti servizi che prima non erano stati previsti. Il contratto di servizio così come lo conosceva il Consiglio Comunale e finanche la segreteria generale prevedeva, infatti, tutti i servizi gestiti in appalto al 28 febbraio scorso. Oggi i servizi previsti sono stati incrementati variando di fatto il contratto di servizio originario, una variazione avallata dalla dirigente Carrara e fortemente stigmatizzata dalla segretaria generale ieri in Commissione Bilancio presieduta dal Presidente Massimo Rizzo:
“Dal confronto fra lo schema di contratto ed il contratto effettivamente sottoscritto la variazione più pregnante che emerge riguarda la serie di servizi sociali di carattere istituzionale individuati dal primo, che potenzialmente il Comune, sempre che abbia le risorse, un domani potrebbe rendere e trasferire all‟azienda speciale oltre a quelli effettivamente già resi e dati in appalto, ma non contemplata dal secondo. Senza questa modifica si sarebbe evitato, in generale, di dover tornare all’esame del Consiglio comunale per istituire e trasferire all’azienda un nuovo servizio che fosse però già previsto nello schema” così la segretaria generale. In sostanza se la famosa “mappa dei bisogni” fosse stata approntata in modo puntuale preventivamente lo schema di contratto di servizio presentato al Consiglio Comunale sarebbe stato comprensivo di tutti i servizi necessari da attivare.
“Un errore prodotto da incompetenza relativa della dirigente Carrara” ha detto ieri la Carrubba, sottolineando che le variazioni apportate non potevano essere apportate senza l’approvazione del Consiglio Comunale. Tra l’altro, ricordiamo che Messina Social City è partita il primo di marzo senza contratto di servizio che è stato approntato il 15 dello stesso mese, ben 15 giorni dopo l’avvio delle attività dell’azienda speciale del Comune. Pertanto in che modo ha agito l’Agenzia MSC dal primo marzo al 12 marzo? Così il consigliere Libero Gioveni ha chiesto ieri, sempre in Commissione Bilancio, al segretario
generale “se sia normale che i servizi vengano prestati senza che il Consiglio comunale abbia approvato il piano economico finanziario dell’azienda” altro punto debole e critico dell’impalcato di MSC.
Ma insomma, che fretta c’era? Non si poteva attendere e fare le cose per bene? Adesso il Consiglio Comunale viene chiamato a salvare “capre e cavoli” approvando un contratto di servizio snaturato rispetto all’originale ed arricchito di servizi che non erano stati previsti. E sono legittime le riserve espresse dalla consigliera Antonella Russo che dichiara ” la soluzione
migliore sarebbe una modifica del contratto di servizio che abbia efficacia da oggi, ma giustamente il segretario generale dice che si deve tutelare l’Ente anche per il periodo già decorso e questo è un problema di natura giuridico amministrativa veramente ‘sfizioso’. Ci vorrebbe il supporto di insigni giuristi, come il professore Saitta o il professore Caldarera, per capire se il Consiglio comunale, unico organo amministrativo competente a modificare il contratto di servizio, possa ratificare gli effetti giuridici di un organo incompetente a farlo, quale un dirigente che può porre in essere solo atti di gestione pratica. Personalmente dubita che sia possibile, comprende bene che vi è questa necessità ma si deve verificare se questo passaggio giuridico sia fattibile. Concordando poi con il consigliere Pergolizzi, si chiede come sia stato possibile fare partire gli effetti giuridici dal primo marzo, mentre il contratto è stato sottoscritto il 13 marzo e registrato il 15 dello stesso mese“. La segretaria generale, così, risponde alla Russo che “non si deve ratificare perché c’è un contenzioso, la ratifica diventa necessaria per quello che ha fatto il dirigente che ha agito di sua spontanea volontà e non si è posto il problema se poteva modificare quanto deciso dal Consiglio comunale. La verità è che chi parla e agisce, in realtà, non sa di che parla né sa quello che fa. Ribadisce come il dirigente abbia agito di sua spontanea volontà, non ponendosi il problema se potesse modificare quanto approvato dal Consiglio comunale. E’ massima preoccupazione che il Comune di Messina non subisca contenziosi e che, se accade, non li perda, e che l’azione amministrativa sia corretta. Per questa ragione stigmatizza comportamenti ed errori “grossolani”!”.
Ma se da un lato si chiede al Consiglio di farsi carico degli errori degli altri, dall’altro lato il sindacato Fiadel di Clara Crocè e di Gianluca Gangemi accusa i consiglieri di voler fare la guerra a De Luca per la sua campagna elettorale pro Musolino. Un fatto, secondo la maggioranza dei consiglieri, che non sta né in cielo né in terra. “Il punto è che il contratto di servizio è difforme da quello approvato e adesso si chiede che il Consiglio approvi retroattivamente variazioni delle quali il consesso consiliare non era stato informato” sostiene Massimo Rizzo, presidente della Commissione Bilancio del Comune di Messina. “Stiamo guardando il dito che copre la luna. Il dito è la mancata approvazione della variazione di bilancio che permetta di pagare gli stipendi, dimenticando che la luna è la fretta e le irregolarità che essa ha prodotto nel varo di una Messina Social City che è partita dapprima senza contratto di servizio e senza una vera mappa dei bisogni sulla scorta della quale doveva essere stilato il contratto stesso ed in secondo luogo la tempistica della produzione del contratto di servizio successivo di 15 giorni all’inizio delle attività dei dipendenti di MSC“. Rincara la dose il consigliere comunale Felice Calabrò: ” Il vero tema è che c’è un’Amministrazione superficiale che raffazzona le cose, un’Amministrazione incompetente che li porterà a sbattere su tutta una serie di provvedimenti ed azioni. Tanti sono i casi di delibere predisposte non correttamente dai dirigenti! Già la scorsa settimana in questa sede, alla presenza del dirigente e dell‟assessore, oggi entrambe malate, chi parla ha rilevato le stesse cose di adesso mentre il dirigente ha raccontato un’altra favola, dichiarando che si trattava di una procedura assolutamente normale, che la delibera era corretta; ebbene, a sentire il segretario generale, non sembra così ed i quesiti di legittimità posti dal collega Pergolizzi non appaiono certo inezie! Ma la modifica più devastante è che nel nuovo contratto di servizio è venuto meno l’emendamento votato dal Consiglio comunale
attraverso cui venivano inseriti due servizi. Le linee dettate da questo consesso sono state disattese ed ora, non potendo farne a meno, si torna qui a chiedere la ratifica! Certamente da questo momento in poi non si fiderà più di una carta scritta da un dirigente! Lo stesso segretario generale però deve fare pace con se stessa poiché in altre circostanze ha
dichiarato di verificare sempre la legittimità degli atti che arrivano in Consiglio comunale, ma si sta accorgendo che così non è perché non può farcela, è impossibile anche per ragioni di tempo! Adesso lo sanno e quindi per ogni delibera che la Giunta, non all’altezza del compito, porta in Consiglio, chiederanno la verifica di legittimità al segretario generale”.
Ed in ultimo, sempre il consigliere Felice Calabrò, ha risollevato una questione da noi posta all’assessore Calafiore circa il passaggio dei dipendenti dalle cooperative a Messina Social City e sulla quale non abbiamo mai ottenuto altre risposte se non “che tutto è regolare”, così come ugualmente dal sindacato FIADEL: “C’è una recente sentenza della Cassazione che nega la possibilità di applicare l’articolo 37 del contratto collettivo nazionale di lavoro, che invece è stato applicato nella Messina social city; ancora, la Giunta aveva venduto la tesi che avrebbe applicato ai lavoratori di tale società il contratto ANFASS mentre in realtà ha applicato il contratto delle cooperative; insomma, tante cose dette, affermate, giurate in quest’Aula, poi fuori vengono completamente disattese perché ci si rende conto che non si possono fare! Questa è la palese dimostrazione dell‟incapacità politica ed amministrativa della Giunta attuale” ha concluso Calabrò.
Insomma un pasticcio che in un nostro reportage avevamo ampiamente annunciato.
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