CATANIA, 30 APR – Carabinieri di Catania hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 26 presunti appartenenti al clan dei ‘Tuppi’, gruppo legato ai Mazzei, storico gruppo di Cosa nostra. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, omicidio, estorsione in concorso, furto, ricettazione, riciclaggio, porto di arma, trasferimento fraudolento di valori e corruzione. Sono stati sequestrati beni per 1,5 milioni di euro. L’operazione, denominata ‘7 ore’, ha fatto luce su uno degli omicidi da ricondurre alla guerra di mafia tra i ‘Tuppi’ e la cosca Pulvirenti negli anni ’80 e ’90: quello del consigliere comunale di Misterbianco, Paolo Arena, esponente di spicco della Dc, assassinato il 28 settembre del 1991. Nella faida mafiosa era coinvolto anche Orazio Pino, l’ex boss rivale del ‘Mappassotu’ poi pentito, ucciso la settimana scorsa a Chiavari. Una conferenza stampa sulle indagini si terrà alle 10.30 nella sala incontri della Procura di Catania.
Dipendente del Comune di Catania in pensione da poco, Paolo Arena, 54 anni, era un esponente di spicco della Dc di Misterbianco, partito di cui era anche segretario locale, ed era legato alla corrente che faceva capo a Giulio Andreotti. Sul suo omicidio, commesso il 28 settembre del 1991 davanti alla sede del Comune, la Dda della Procura di Catania, a conclusione di indagini dei carabinieri, ha fatto luce con l’operazione ‘7 ore’. Militari dell’Arma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per 26 presunti appartenenti alla cosca dei ‘Tuppi’, legata ai Mazzei, contrapposta tra gli anni ’80 e ’90 in una sanguinosa faida al clan Pulvirenti, alleato con la ‘famiglia’ Santapaola, e il cui capo era Orazio Pino ucciso la settimana scorsa a Chiavari. Tra i destinatari del provvedimento restrittivo emesso dal Gip anche responsabili del delitto. Membro della direzione provinciale della Dc, ex amministratore della Usl 35, una delle maggiori della Sicilia, prima consigliere e poi vicesindaco di Misterbianco, Arena era stato dipendente del Comune di Catania, ma da poco tempo era in pensione. Fu ucciso con colpi di fucile caricati a pallettoni davanti al Municipio di Misterbianco in pieno giorno. Tra i primi ad accorrere sul posto furono diversi consiglieri comunali che erano a Palazzo di città per un incontro di maggioranza Dc e Psi con l’allora sindaco Salvatore Saglimbene, democristiano, e altri esponenti politici. Mancavano pochi minuti a mezzogiorno. Arena stava posteggiando la sua Lancia Thema quando arrivò il ‘gruppo di fuoco’: tentò la fuga a piedi, ma fu raggiunto e ferito a morte.
I NOMI DEGLI ARRESTATI:
Uno dei provvedimenti restrittivi dell’operazione denominata ‘Gisella’ è stato notificato in carcere a Giuseppe Piro, di 28 anni. Tra i destinatari dell’ordinanza anche una donna. Gli altri arrestati, oltre a Carpino, sono Domenico ed Emanuele Agosta, rispettivamente di 33 e 29 anni, Giuseppe Avellino, di 55, Filippo Buzza, di 45 Rosario Salvatore Cantali, di 46, Luca Destro, di 37, Vincenzo Di Pasquale, di 42, Daniele e Filippo Distefano, rispettivamente di 35 e 42 anni, Carmelo Guglielmino, di 41, Gaetano Indelicato, di 32. Arrestati anche Alfio La Spina, di 37 anni, Carlo Marchese, di 47, Saverio Monteleone, di 37, Daniele Musarra Amato, di 49 e Antonino Navarria, di 59. In manette sono anche finiti Antonio Nicotra, di 53 anni, Gaetano Nicotra, di 40, un suo omonimo, di 68, Lucia Palmeri, di 50, Emanuele Parisi, di 30, Antonino Rivilli, di 48, Giovanni Sapuppo, di 39, e Francesco Spampinato, di 42.
Anche un carabiniere tra gli arrestati:
C’è anche un carabiniere, Gianfranco Carpino, di 51 anni, tra gli arrestati dell’inchiesta della Dda di Catania contro il clan dei ‘Tuppi’. Il provvedimento cautelare, emesso nei suoi confronti dal Gip per corruzione e per rivelazione ed utilizzazione di segreto d’ufficio, è stato seguito dai suoi colleghi del Comando provinciale di Catania. Secondo l’accusa, l’indagato, in servizio nella stazione dei carabinieri di Motta Sant’Anastasia, dal gennaio all’aprile del 2017 in cambio di soldi avrebbe riferito a due affiliati al clan informazioni riservate, ovvero rivelato l’identità di confidenti e spiegato le modalità per sottrarsi alle attività di controllo. Il militare è stato sospeso dal servizio ed è rinchiuso nel carcere di Bicocca, a Catania.
PM: “Arena era un politico corrotto, ucciso dal clan tradito:
Paolo Arena era “un politico corrotto” che esponenti del clan Nicotra, detto dei ‘Tuppi’, hanno ucciso perché “ritenuto un traditore”, visto che “dopo avere intrattenuto relazioni illecite e continuative” con loro “aveva allacciato rapporti d’affari” con la cosca rivale dei Pulvirenti. E’ il movente del delitto dell’ex segretario della Dc di Misterbianco assassinato il 28 settembre del 1991 ricostruito dal procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, durante la conferenza stampa sui 26 presunti appartenenti al gruppo dei ‘Tuppi’ o degli ‘scappati’ per la fuga dalla Sicilia si era ricostituito sul territorio. A uccidere Arena, è emerso dalle indagini dei carabinieri del comando provinciale coordinate dalla Dda, è stato il ‘pentito’ Luciano Cavallaro, che si è autoaccusato del delitto chiamando in correo un altro esecutore materiale del delitto e il boss Gaetano Nicotra, di 68 anni, tra gli arrestati, e fratello di Mario, capo storico del gruppo ucciso nella faida mafiosa tra i clan dei ‘Tuppi’ e Pulvirenti.
Matteo Salvini commenta l’operazione:
“Dalla Sicilia al Lazio, brillanti operazioni contro i clan. Nel Catanese ventisei arresti e sequestri per 1,5 milioni di euro, a Cassino manette per undici rom del clan Spada-Morelli. Grazie a Forze dell’Ordine e inquirenti! Non molliamo di un millimetro”. Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini commentando le operazioni che, nelle ultime ore, hanno portato complessivamente a 37 arresti tra Sicilia e Lazio.
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