
La saracinesca della Federazione di Messina e del nostro Circolo
“Peppino Impastato” in Via Santa Marta 165 è stata sfregiata coprendo
con vernice nera i nostri simboli politici con il disegno inquietante
di una svastica e un pene.
Una settimana fa campeggiava una scritta indegna e razzista, con
accanto una svastica sui muri lungo la litoranea nord della città.
L’autore è stato denunciato e la scritta è stata prontamente rimossa.
Oggi siamo stati attenzionati con un gesto che leggiamo senza
particolari sforzi interpretativi come una provocazione politica, una
carognata.
Vorremmo vederli in volto, ma sappiamo che solo nell’ombra esprimono i
loro pensieri e compiono le loro azioni in maniera indisturbata.
Non abbiamo bisogno di speculazioni particolari per leggere la matrice
del gesto, che pare del tutto evidente:
teppismo fascista o nazifascista, per essere più precisi.
Non ci stiamo con chi sistematicamente tenta, offrendo scappatoie
giustificative o riduttive, di liquidare questi fatti come burle di
qualche ragazzino.
O peggio con chi vuole maldestramente posizionare questa cosa dentro
uno scontro tra tifosi che non riguarda la società.
È evidente, che in questi tempi neri il fascismo con tutte le sue
molteplici accezioni è pienamente sdoganato, e che non necessariamente
utilizza olio di ricino o esibisce divise fasciste da capomanipoli
squadristi per manifestarsi, ma utilizza linguaggi razzisti, violenza
amministrativa e sovente gravissime aggressioni verbali e fisiche.
Invero, dopotutto, si tratta di una spruzzata di vernice facile da cancellare.
Sono invece difficili da rimuovere, da giovani e meno giovani, quelle
convinzioni e pratiche ideologiche oramai incistate che stridono
violentemente con i valori della nostra Costituzione nata dalla
Resistenza.
Lì non ci sono solventi da utilizzare, non ci sono operazioni di
maquillage, ma un lento e meticoloso lavoro ricostitutivo politico e
culturale che si serva delle migliori energie sociali e che attraverso
la solidarietà e l’uguaglianza sociale disegni un’altra società.
Noi pazientemente cerchiamo di fare questo tra mille difficoltà ogni
giorno e siamo oggi ancor più consapevoli che essere antifasciste/i,
antirazziste/i e femministe/i nel 2019 significa creare e trasmettere
quegli anticorpi sociali per resistere e difenderci dall’odio,
dall’ignoranza e dall’intolleranza.