Il cordoglio della senatrice per il femminicidio di Alessandra Musarra: «Una piaga sociale che va estirpata alle radici, sensibilizzando innanzitutto le nuove generazioni»
MESSINA. Una speciale Commissione d’inchiesta sul femminicidio, l’istituzione di un “Codice rosso” dedicato alle donne e il recente disegno di legge contro il “Revenge porn”. Sonoalcune delle iniziative intraprese in questi mesi dal M5s per contrastare la violenza di genere in tutte le sue forme, dal cyberbullismo ai maltrattamenti fisici e psicologici, fino alle conseguenze più estreme.
«L’atroce morte di Alessandra Musarra deve rappresentare un forte monito per tutti le componenti della società civile, a partire dalle istituzioni, chiamate a mettere in atto le misure utili per debellare una piaga sociale che va estirpata dalle radici, prevenendo qualsiasi tipo di discriminazione, intolleranza e prevaricazione a danno delle donne in quanto donne». Parole della senatrice del M5S Grazia D’Angelo, che da messinese, donna e madre esprime tutto il suo cordoglio per la scomparsa della 30enne di Santa Lucia, uccisa lo scorso 7 marzo nella sua abitazione. «Il femminicidio – prosegue – è solo la conseguenza più estrema e drammaticamente più esplicita di un fenomeno in larga parte sommerso, che è necessario scoperchiare incentivando tutte le vittime di soprusi a denunciare i loro aguzzini. È fondamentale una profonda “rivoluzione culturale”, coinvolgendo e sensibilizzando innanzitutto le nuove generazioni».
«Oltre all’istituzione di una Commissione ad hoc a Palazzo Madama, – spiega ancora la senatrice – stiamo lavorando per istituire un “Codice rosso”, analogo a quello in uso nei Pronto Soccorso, che rappresenti una corsia preferenziale sia per le segnalazioni alle forze dell’ordine che per le indagini, garantendo la comunicazione immediata al pm delle denunce e l’obbligo per il magistrato di ascoltarle entro pochi giorni».
Altrettanto importante è il disegno di legge contro il “Revenge porn”, di cui Grazia D’Angelo è cofirmataria. «La diffusione sulla rete di immagini o video privati rappresenta una gravissima violazione della privacy ma anche una vera e propria forma di violenza. Che sia per vendetta, per ricatto o semplicemente per “gioco”, pubblicare del materiale erotico senza il consenso dell’interessato/a è sempre e comunque un’azione da perseguire, indipendentemente dalle motivazioni». Oltre all’inasprimento delle pene per i trasgressori, il ddl prevede inoltre delle sanzioni anche per il semplice inoltro di un video divenuto virale: «Un deterrente che insieme alla rimozione obbligatoria dei filmati da parte del provider consentirà di porre fine a una barbarie che coinvolge migliaia di donne, il cui grido d’allarme resta il più delle volte inascoltato», conclude la senatrice.
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