Messina, 8 marzo 2019 – di Luciana Verdiglione
L’8 Marzo, data festeggiata da sempre in Italia come una normalissima festa, piena di gioie e felicità, con lo scopo di elevare la figura femminile (che dovrebbe essere festeggiata sempre). Ma cosa è successo davvero in questa data e cosa festeggiamo, o meglio, ricordiamo ancora oggi? È semplice, agli inizi del marzo 1908 le operaie di una industria di New York, iniziarono a scioperare contro le loro disumane condizioni lavorative e lo sciopero durò fino a quando, l’8 marzo, il proprietario della fabbrica, un certo Johnson, dopo averle rinchiuse nello stabile, barricò tutte le uscite. Poco dopo divampò un incendio, forse appiccato dallo stesso proprietario, in cui persero la vita 126 operaie.
Oggi, le “Operaie” continuano a morire per mano dell’uomo strette in un ricatto che d’Amore nulla sa.
– La Donna trova la morte non più in fabbrica ma, in famiglia, luogo preposto alla tranquillità, fiducia, serenità. A supporto del sostegno a tale dramma, oggi, un governo attento, sensibile al tema della violenza sulle donne, lavora su una nuova legge che assista la vittima già dal primo allarme e urlo di aiuto. Vanno altresì ricordare le 2365 donne stuprate e assassinate a guerra finita. Il mio pensiero si sofferma inoltre alla tante donne strette da una cultura che le costringe a nascondere il volto. Volti che passano attraverso gli occhi e il coraggio di una grande paladina come l’On. Souad Sbai, da sempre impegnata a sostegno nella difesa delle donne marocchine e italiane, massiccia è la sua grinta intenta a raggiungere il traguardo del riconoscimento dei diritti sino ad oggi negati. Nella mimosa si racchiude la natura di questo fantastico essere che è la “Donna”, un fiore seppur delicato che, riesce a crescere, anche su terreni difficili. Questo è per me l’ 8 Marzo. È difficile pensare a questo giorno, simbolo dei diritti delle donne, quando nella mia città Messina, accade l’ennesimo femminicidio. A perdere la vita una giovane donna con la sola colpa di essere innamorata. Questo non è più amore. Vola in alto Alessandra Immacolata, simbolo dell’ingenuità delle donne.
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