Messina, 31 dicembre 2018 – di Giuseppe Bevacqua
Probabilmente il sindaco Cateno De Luca, affaccendatissimo nel portare in giro per chiese e presepi la sua “ciaramella”, non ha trovato ancora il tempo di CHIARIRE la vicenda della mancata stabilizzazione dei 76 precari del Comune di Messina. Settantasei famiglie dapprima entusiasmate dai proclami di De Luca & Co. con promesse di stabilizzazione e addirittura ricontrattualizzazione contestuale e poi mano a mano avviati ed abbandonati sulla strada della più cocente delle delusioni.
Nulla di fatto caro sindaco De Luca, questo è il risultato dell’operazione “ultimi precari”. Un “niente” sul quale adesso i sindacati (e non solo loro) indagano con un accesso agli atti. Alla nostra richiesta di spiegazioni operata con vari messaggi Whatsapp qualcuno della Giunta De Luca provò anche a gettare la colpa su qualche ritardo da parte del Consiglio Comunale, poi ancora ci scrissero che “la coperta è corta” e che i vincoli di bilancio non permettevano “l’operazione” al momento, per poi ripiegare nel silenzio più assoluto.
Ma qual è la verità sindaco De Luca? Sembrerebbe che la “pratica” per l’inserimento nell’ordine del giorno della Commissione Ministeriale che doveva esprimersi circa la stabilizzazione degli ultimi 76 precari del Comune di Messina, NON SIA MAI ARRIVATA a Roma. E’ proprio così che sono andate le cose? E se fosse davvero questo l’imperdonabile errore, perché allora non chiarire e CHIEDERE SCUSA? Sarebbe davvero il momento di farlo, visto che 76 famiglie metteranno in tavola stasera pane e delusione e brinderanno al nuovo anno con l’incertezza nel cuore. Comprendiamo l’orgoglio memorabile di De Luca ma quanto venduto in campagna elettorale sembra adesso sempre più rivelarsi un bello slogan vuoto di contenuto.
Stasera De Luca imiterà il Presidente della Repubblica Mattarella, andando in diretta con il suo “Messaggio augurale” alla nazione messinese. Sarà l’ultima occasione per dire le cose come stanno. O forse 76 famiglie sono “solo” 76?
De Luca posi la ciaramella e se c’è batta un colpo.