Le proposte di Uiltrasporti e Filt Cgil in commissione consiliare
Messina, 12 novembre 2018
Stop alla sperimentazione di un piano di esercizio che si è rivelato fallimentare sulla pelle dei cittadini, scommettere di nuovo sul tram, dividere il percorso dello Shuttle riportandolo ai due capolinea Gazzi e Annunziata, chiudere subito l’accordo con Metroferrovia per una vera mobilità integrata e procedere con il progetto dei bus elettrici.
Sono queste le proposte messe sul tavolo da Uiltrasporti e Filt Cgil durante la commissione consiliare che si è svolta questa mattina a Palazzo Zanca. In aula il confronto tra le due organizzazioni sindacali, il presidente dell’Atm Pippo Campagna, l’assessore alla Mobilità Salvatore Mondello, l’esperto Leonardo Russo.
Uiltrasporti e Filt Cgil hanno analizzato tutte le criticità del nuovo piano di esercizio partito ormai poco più di un mese fa e con numeri alla mano hanno dimostrato che bisogna immediatamente cambiare rotta per non continuare a penalizzare utenti e lavoratori del trasporto pubblico locale.
«La marcia indietro che abbiamo apprezzato sul servizio tranviario impone una rivisitazione dell’attuale piano di esercizio. Si esca fuori dalla propaganda dello Shuttle e si torni a utilizzare il tram come asse portante e linea forte su ferro della mobilità cittadina. Siamo d’accordo al progetto di modifica del percorso del tram, con una linea a monte con i bus elettrici e con l’integrazione con la Metroferrovia. Si vada oltre quello che è stato l’esperimento fallimentare di una linea di 30 km, bisogna attestare lo Shuttle ai due capolinea Gazzi e Annunziata, come i vecchi 2 e 79, e riportare ai capolinea storici i bus che collegano i villaggi, come del resto sta già avvenendo con le tante modifiche al piano di esercizio».
I due sindacati hanno messo in luce che ormai il percorso dello Shuttle è passato dai famosi 100 minuti a un tempo di percorrenza di 120 minuti, conglobando anche le pause previste per la sosta degli autisti che stanno continuando a garantire il servizio senza mai fare una pausa.
«Ci si concentra molto sullo Shuttle che è l’elemento di propaganda di questo piano, ma in realtà stanno soffrendo tutte le linee. Abbiamo fatto una statistica degli ultimi tre mesi da cui emerge chiaramente quali sono le carenze dovute soprattutto alla mancanza di autisti. Abbiamo verificato che gli orari sono stretti e impossibili da rispettare».
A dimostrarlo sono i numeri. Altissima è la mole di lavoro straordinario a cui ha dovuto ricorrere l’Atm: «A settembre 550 ore, a ottobre 1480 ore e a novembre, ad oggi, già ben 324 ore di straordinario. Quindi una media di che supera le 100 ore al giorno e sono comunque tantissimi sono i bus che rimangono in deposito perché gli autisti non possono rispettare questi carichi di lavoro.
Infatti, la media dei rientri va da un minimo di 9 a un massimo di 17 linee che durante la giornata sono costrette a fermarsi perché non ci sono gli autisti. Nelle ultime due settimane abbiamo contato che nei giorni feriali ci sono stati dagli 8 ai 13 mezzi rimasti in deposito. L’Atm evita che sia penalizzato lo Shuttle, che infatti registra meno fermi, ma sono i villaggi che soffrono. Si sta perdendo la certezza e l’efficienza del trasporto pubblico. Si sta allontanando l’utenza dal trasporto pubblico».
L’ultima proposta che Uiltrasporti e Filt Cgil hanno lasciato alla commissione riguarda il tram: «Visto è stata fatta una marcia indietro sul tram, adesso si riattivino i servizi la domenica». Il presidente Campagna ha risposto che che dall’8 dicembre il tram sarà garantito anche nelle domeniche e nei festivi, visto il periodo natalizio. I sindacati hanno chiesto che a questo punto, visto che la politica sul tram è cambiata, si torni indietro anche su questo punto.
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