Messina, 3 novembre – di Emilio Fragale
A me non piace De Luca Sindaco. L’ho detto a chiare lettere durante la campagna elettorale.
Lo ripeto. Non mi piacciono toni e modi. Alcuni contenuti sono condivisibili; altri, decisamente meno. Tutti, comunque, meritano un confronto che contraddice ad ogni forma di capricciosa frenetica supponenza.
Tuttavia, sulla vicenda del risanamento, sulla quale occorre porre costantemente punti di domanda e occorre esigere puntualmente risposte, l’on. Cateno De Luca ha un merito indiscusso.
Anche io, in queste settimane, ho chiesto – pubblicamente – aggiornamenti sul reperimento degli immobili. Non ho mai creduto al rispetto delle scadenze. In ogni caso, il coraggio (coraggio dell’amministrare) di farsi giudicare sul risanamento non ha note negative.
Quando si parla di baracche non ci sono mezzi termini. Pertanto, non si tratta di inneggiare o denigrare. Solo di incalzare, demolire, risolvere, assegnare.
Ha fatto bene l’on. Musumeci, governatore della Sicilia, a non lasciare solo il Sindaco e la città di Messina in questa battaglia. Questa si … epocale. Obiettivamente, mi sembrava una forzatura la dichiarazione di stato di emergenza. La vera emergenza era (ed e’ politica). Volere la risoluzione del problema. Direbbe Pier Paolo Pasolini “so … ma non ho le prove”. Bisogna ristabilire “la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero”.
Qualcuno sostiene che non (ci) sono più le baracche del post terremoto ne’ quelle del post conflitto mondiale. Ha ragione. Qualcuno afferma che chi vi dimora ha esercitato una scelta più che subire una condizione. Ha ragione.
Nessuno, però, può girarsi, può sottrarsi, può eclissarsi. Il problema non è solo sociale. Gli ingressi nella nostra città rivelano un degrado, una trascuratezza, un abbandono che lascia interdetto l’ospite, il visitatore, il turista. Non può lasciare indifferente la polis, la comunità.
Inoltre, se da qui si fugge, perché dovrebbero investire altri (i non indigeni). Come gli antichi barbari, per saccheggiare?Come i barbari, sotto mentite spoglie, per colonizzare?
Il #salvaMessina apre un capitolo che non è solo contabile.
Solo se si uniscono le forze, facendo appello a tutte le forze (bisogna aggiungere sane!?), la nostra città potrà uscire dalle secche della insipienza, della inciviltà, della indecenza.
Il dissesto è un falso problema o è un problema di falso.
Il dissesto è una presa d’atto. Se c’è si deve dichiarare. Se non c’è non si può dichiarare. Altro è raggirare Corte dei Conti e Ministrero sui numeri.
Non mi piace De Luca Sindaco.
Non mi piacciono neanche le ostilità e le isterie di bandiera. Soprattutto quelle di facciata. “L’interlocutore incoerente è più irritante dell’interlocutore ostile” (Nicolás Gómez Dávila).
Non mi piace chi gioca ad alzare il prezzo.
Emilio Fragale