Musumeci: “Regione parte civile contro la Raffineria di Milazzo. I petrolieri svolgono un’attività legittima ma debbono farlo secondo appunto la legge. Quanti sono gli iscritti a libro paga dei petrolieri. Di questi nessuno parla! Perché gli iscritti a libro paga conoscono il galateo e sanno che quando si mangia non si parla”.
Milazzo (Me), 30 ottobre 2018
“La Sicilia è un popolo con la sindrome di Stoccolma” lo ha detto il presidente della regione Sicilia, onorevole Nello Musumeci ieri sera nel suo concorso conclusivo dopo la sua partecipazione all’incontro di studi sulla costituzione della macroregione del Sud, organizzato dal Kiwanis Club di Milazzo.
“Il popolo siciliano ha sempre avuto un grande problema: quello di affezionarsi ai propri dominatori. Gli americani, durante la seconda guerra mondiale, avevano fatto più di 10 mila vittime con i bombardamenti in Sicilia. Eppure i siciliani li hanno accolti a braccia aperte” ha detto Musumeci. Il Presidente della regione Sicilia ha auspicato “un cambio culturale necessario per poter far riemergere la Sicilia dall’ultima posizione in Italia. Siamo l’ultima regione d’Italia, basta guardare le statistiche aggiornate. In termini di qualità della vita, di occupazione, di infrastrutture. Siamo ultimi e non lo siamo perchè lo hanno voluto i romani ma lo siamo perché ci siamo innamorati dei nostri carnefici, li abbiamo elevati alla dignità di amministratori, abbiamo affidato loro le sorti di questa terra”.
Un popolo malato esprime un ceto politico malato ha sottolineato il presidente, facendo riferimento alla situazione che la nuova governance della Regione ha trovato al proprio insediamento.
“Ho trovato ben cinque miliardi di euro da spendere, ha detto Musumeci, ma non posso spenderne neanche un euro perché mancano i progetti! Ci sono i cassetti vuoti!
“Per far partire un cantiere per la costruzione di un’opera pubblica in Sicilia ci vogliono ben 28 mesi. Solo per far aprire le porte del cantiere! Se poi intervengono ricorsi a TAR e CGA allora quell’opera ce la possiamo dimenticare”. Uno dei problemi più grossi della ripartenza dell’economia siciliana sono proprio i cantieri chiusi e l’incapacità di progettare. A questo si aggiunge la burocrazia che spesso si avvita su sé stessa bloccando il settore più importante dell’economia: l’edilizia.
“Noi che siamo il naturale pontile del Mediterraneo non riusciamo a trattenere i flussi di trasporto che fanno oggi un giro incredibile e lungo. Non abbiamo in Sicilia un porto attrezzato. Nonostante la Cassa per il Mezzogiorno, nonostante l’Agenzia per il Mezzogiorno, nonostante i fondi strutturali i nostri porti non sono pronti a fare la differenza e la concorrenza” ha detto riguardo la situazione trasportistica in Sicilia e la possibilità di avviare all’operatività la proposta della sedicesima Autorità Portuale dello Stretto di Messina, proposta accolta dal Governo, ma di fatto ancora ferma al nulla. “La Sicilia non può appoggiarsi a Gioia Tauro, un porto così diverso come struttura e vocazione, un porto che non è nel Canale di Sicilia”, ha detto Musumeci.
“Io ho trovato dieci mesi fa un mucchio di macerie, non si può dire che io abbia trovato una Regione degna di questo nome. Una Regione che ha risorse e che non può spenderli perché non ha chi possa progettare. Una Regione che dal 1991 non bandisce concorsi. Una regione con 25 mila precari dei quali oggi non possiamo fare a meno. Entrati non certo per concorso, ma spesso con un biglietto da visita in mano. Una pletora di persone utilizzate per le campagne elettorali. Una Regione con 150 società partecipate, fatte apposta per evitare i concorsi, che hanno provocato centinaia di milioni di debiti. Siamo sommersi dai rifiuti, perché non c’è un piano dei rifiuti. Ma abbiamo 18 società che si occupano di rifiuti. E prima ancora con 20 ATO che hanno prodotto un miliono e 800 mila euro di debiti e 5000 assunti con una telefonata. E poi chiedono cosa fa questo ‘Governo Musumeci’…“.
E’ amaro Musumeci. “Lavorare in silenzio” dice il presidente della Regione Sicilia, “Perchè io sono abituato a mettere la vernice solo dopo aver scartavetrato via la ruggine ed aver passato lo stucco, ed aver scartavetrato di nuovo. Non rilasciamo interviste, non facciamo comparizioni in TV, ma lavoriamo nel silenzio per il bene dei siciliani”.
“Criminali coloro che hanno utilizzato il denaro pubblico soltanto per gli interessi di bottega” ha sottolineato il Presidente, “sono stati dei criminali. Mi ricordo lo disse il professore Caruso, assessore al lavoro. Disse in Aula: ‘E’ stato compiuto negli anni in Sicilia un crimine contro l’umanità’.
“Chi ha l’onore di governare la regione più grande d’Italia, non conosce la rassegnazione e lo sconforto. Ma ho il dovere di dire da dove si parte. I nemici di ogni novità non sono solo fuori ma anche dentro al palazzo”.
“La Sicilia continua a scendere. C’è bisogno di rigore e di crescita. E la crescita non si fa solo con la quantità ma soprattutto con la qualità dei progetti” riferendosi alla necessità di dotare la Regione di nuove e più efficienti infrastrutture.
“Noi abbiamo bisogno di spendere un miliardo l’anno per opere pubbliche se vogliamo riconquistare una minima ripresa del prodotto interno lordo”.
Abbiamo necessità di fare scelte coraggiose, soprattutto riguardo l’ambiente: due settimane fa anche per questo la Regione si è costituita parte civile contro la Raffineria di Milazzo. I petrolieri svolgono un’attività legittima ma debbono farlo secondo appunto la legge. Quanti sono gli iscritti a libro paga dei petrolieri. Di questi nessuno parla! Perchè gli iscritti a libro paga conoscono il galateo e sanno che quando si mangia non si parla”.