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EDITORIALE: De Luca e le dimissioni: abbia il coraggio di scegliere tra Messina e Palermo. “Luna di miele” agli sgoccioli

- 21/10/2018

Cateno De Luca cominci davvero ad essere sindaco “in esclusiva” dei Messinesi. Come promesso in campagna elettorale.

Messina, 21 ottobre 2018 – di Giuseppe Bevacqua

E’ ormai una questione di coraggio. Quello che De Luca ha sempre sbandierato contro ogni attacco personale e che lo ha contraddistinto fino ad ora. Il coraggio di non attendere che si possa scongiurare con certezza il dissesto e di dimettersi dall’ARS. E’ arrivato il momento di fare una scelta che a tutti, in campagna elettorale, sembrava già presa: scegliere Messina e di intestarsi la battaglia del salvataggio. De Luca durante i tanti mesi di campagna elettorale ha sempre, dico sempre, dichiarato di “amare la città dello Stretto” e che “Messina ha bisogno di cambiare”.

La luna di miele tra il sindaco De Luca e Messina è visibilmente agli sgoccioli, almeno a leggere le contestazioni sempre più dure che cominciano ad aumentare sulla sua pagina Facebook, quella che fino a qualche settimana fa era solo piena di apprezzamenti, complimenti ed “osanna” al “vero sindaco della città di Messina”. Adesso non è più così. La pagina “portavoce del sindaco” inizia a pesare anche di insulti che (per fortuna e giustizia) nessuno modera e che rimangono lì a testimoniare che la “strategia” dei due forni comincia ad infastidire e ad apparire per quella che è: una questione di opportunità personale.

Lasciare l’ARS per De Luca equivarrebbe a scegliere Messina. Che lo faccia, allora, “senza se e senza ma”. Questa sarebbe il miglior segnale di coraggio e fede nei messinesi. E varrebbe più di qualsiasi comizio. Salga anche lui sulla nostra “barca che affonda”, ci salga davvero e non stia più a tenere un piede sulla comoda terra ferma dell’ARS e l’altro sulla malandata nave senza nocchiero in gran tempesta. Rischi anche lui senza calcoli e senza più strategie. Insomma cominci davvero ad essere sindaco “in esclusiva” dei Messinesi. Come promesso in campagna elettorale.