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Emilio Fragale, “Su CERTA STAMPA …”

- 20/10/2018
fragale

Messina, 19 ottobre 2018 – NOTA INTEGRALE di EMILIO FRAGALE

Vi è un filo sottile che unisce il clamore per le straripanti esternazioni di dimissioni/non dimissioni del Sindaco on. Cateno De Luca e la sobria rinunzia al ruolo di coordinatrice dei Giovani di Forza Italia avv. Maria Fernanda Gervasi.

U “pubbirazzu” fa audience. L’ideale non suscita più ne’ emozioni ne’ reazioni.

Vi è un filo sottile che unisce le 500 delibere da votare (a calci in culo) entro il 23 novembre e l’unica domanda sul “fare” oggi attuale (“quanti immobili sono stati reperiti sul mercato per evitare le dimissioni entro Capodanno residuando baracche?). “Il silenzio cala il sipario solo su ciò che non ha saputo essere spettacolo”. (CannovaV, Twitter).

Spero ardentemente nel risanamento, nella verità sui conti, nel riscatto della città. Non mi rassegno alla mera speranza.

“Qui si dice che sono stato fascista, monarchico, socialista, azionista, comunista, demitiano… Ed il bello è che è tutto vero.” (Eugenio Scalfari).

Non sono su fb.

Se avverto una (intima?) necessità di comunicazione “politica” chiedo (al livello locale che mi può – forse – “riconoscere”) che la nota venga pubblicata. Lo chiedo non di rado. Mi sorprende, ogni volta, registrare che “certa stampa” accolga la mia istanza. Ovviamente, non mi sfiora neppure il pensiero che vi sia implicita condivisione. Talvolta, piuttosto, mi vado convincendo che andare incontro alla mia domanda di visibilità sia una sorta di subliminale condanna ad insulti più o meno velati, più o meno volgari. Una sorta di … “te la sei cercata”.

Da lettore, per converso, non sempre apprezzo ciò che leggo. D’altronde, non mi accontento della cronaca. Mi alimento di opinione. Talvolta, degusto deliziato.Talaltra, inghiotto amaro. “Voi siete il quarto potere!” … così esclamò il parlamentare Edmund Burke rivolgendosi ai cronisti parlamentari seduti nella tribuna riservata alla stampa.

Per fortuna. Sai che triste fine farebbe uno Stato o una città se tutto fosse rimesso al bilanciamento di pesi e contrappesi tra legislativo, esecutivo e giudiziario!?

La verità è … che “La stampa fa paura. Anche a me. In genere non modifica le situazioni, non ha quel potere che la leggenda le attribuisce, ma può distruggere una persona. Se sbaglia, sono guai. E poi, non ci sono rimedi, anche quando tenta di riparare …” (Enzo Biagi). Tuttavia, preferisco convivere con questo timore che sguazzare e gozzovigliare senza eco in lidi autoincensanti  tra astanti che parlano tutti la stessa lingua (tra linguacce, pernacchie e gestacci) o che ascoltano la medesima omertà (tra convenienze e connivenze).

“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente, ma è l’unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri.” (Joseph Pulitzer).

Chi assume responsabilità pubbliche sa (dovrebbe sapere) che è – giustamente – sotto i riflettori. In un programma/talk-show personale, si decide inquadratura, filtro, parrucco. In “pubblico campo neutro” è questione di “palle”. Viceversa, il “coglioncello” è di contrappasso.