Messina, 16 ottobre 2018
Sono le 9 di ieri mattina quando lo “squadrone” del gruppo consiliare del Comune di Messina del Movimento 5 stelle si schiera nel salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, condotto da Valentina Zafarana, da Francesco D’Uva, da Antonio De Luca e Grazia D’Angelo. Ci sono tutti. Seduti con il piglio di quelli “che non ci stanno”.
Il “Salva Messina” per loro è l’Ammazza Messina. “Al sindaco dico VERGOGNA” urla Gaetano Sciacca, riferendosi ai punti del documento del sindaco ed alle sue dichiarazioni bellicose su cooperative e posti di lavoro non creati per concorso che, secondo il sindaco, sono da “rivedere”.
Il Movimento 5 stelle è contro la “revisione del sistema”, contro “la perdita di 500 posti di lavoro”, posti che, come detto, sono quelli del sistema delle coop per la maggior parte nei servizi sociali, ma è anche per il dissesto. Ed è il nome di Casa Serena che viene ripetuto più e più volte. Un luogo importante per Messina ma che non può costare oltre un milione e seicento mila euro… 1.600.000 euro!
Casa Serena è affidata alla cooperativa Genesi, quella coop che ebbe non pochi problemi giudiziari quando la Procura di Patti decise di analizzare il modo delle assegnazioni e delle spartizioni degli appalti, scoprendo un vero e proprio sistema. Lo stesso che ieri il sindaco De Luca ha descritto leggendo in aula consiliare un messaggio WhatsApp dove si leggeva di pressioni sui dipendenti delle cooperative perchè si ribellassero e manifestassero contro le decisioni del sindaco, ma che, inoltre, descriveva il modo con cui si è “usi” a partecipare ai bandi per l’assegnazione degli appalti, anche perdendo quando “serve” al “sistema”. Lo stesso sistema che portò agli arresti il patron di Genesi, Giuseppe Busacca, nell’agosto del 2015.
Si parlò di “appalti truccati” e di “terremoto giudiziario”, ma la Genesi è ancora al “comando” di Casa Serena. “Pagano gli stipendi puntualmente, la Casa ha cambiato volto” ci disse poco dopo la vicenda Cristina Cannistrà, all’epoca animatrice impiegata di Genesi nella casa residenziale. La stessa Cristina Cannistrà, oggi consigliere comunale, che ieri chiamava il “Salva Messina” il “pacco.
Insomma un Movimento “DURO E PURO” fino alle 23 di ieri, quando la votazione li ha lasciati soli puntini rossi sul tabellone della votazione. Duri e puri che si sono sciolti come neve al sole: “Non è detto che non voteremo gli atti che porteranno alla rimodulazione del piano di riequilibrio” ha dichiarato dopo il risultato che li ha visti soli, dai banchi del Movimento, il presidente del gruppo consiliare. E De Luca si è dichiarato compiaciuto di questo.
Condividi: