Messina, 6 ottobre 2018
Cateno De Luca ha presentato stamane in Consiglio Comunale tutti i “numeri” della Città di Messina, tratteggiando un quadro a tinte forti e fosche che non può e non deve stupire nessuno. Tutto saputo e risaputo, nessuna novità se non quella di aver declamato problemi, criticità e disfattismi che da anni la stampa ed alcuni consiglieri comunali della attuale e della passata consiliatura hanno denunciato più e più volte, cadendo però nel silenzio e nell’indifferenza della città stessa.
Ed è questa la colpa ed il male che si annida tra i conti del Comune, nei bilanci disallineati con le partecipate descritti ed analizzati da De Luca stamattina. La colpa non è solo dei dirigenti, con i quali il sindaco ha aperto una guerra frontale (era ora!), non è solo di quella parte di dipendenti comunali che non adempie in modo completo e responsabile alla propria funzione, non è solo del Consiglio Comunale di prima e di adesso, che dimostra comunque di voler rompere con uno scomodo ed imbarazzante passato.
La colpa innanzitutto e proprio di quella parte di cittadini che quanto oggi declamato da De Luca in diretta streaming, lo ha già sentito dire fino alla nausea su tv locali, su articoli di giornale, in relazioni dettagliate ed interventi di quella parte di consiglieri comunale “che c’erano prima” che hanno davvero denunciato LE STESSE COSE detta in aula oggi da De Luca.
Luigi Sturniolo, Nina Lo Presti, Donatella Sindoni, Libero Gioveni, Daniele Zuccarello: hanno detto e denunciato tante e tante volte quanto oggi detto da De Luca stupisce la maggior parte della città, incollata a suon di 2 mila e più spettatori delle dirette del sindaco.
L’analisi dei conti del Comune di Messina dimostra che la città ha perso cinque anni di tempo. De Luca dichiara che sarebbe stato meglio dichiarare il dissesto all’inizio della sindacatura Accorinti. Intenzione che era dichiaratamente propria del sindaco in maglietta, ma che poi ha cambiato rotta grazie all’opera a tutti i costi risanatoria di Guido Signorino e dei suoi successori alla guida dei bilanci del Comune.
Bilanci presentati sempre in ritardo, laddove il numero maggiore di giorni in più è stato segnato proprio dal Consiglio Comunale precedente, valori disallineati tra Comune e partecipate, Servizi Sociali allo sbando ed in situazione “confusa” l’ha definita De Luca. “Non assolvo nessuno dei dirigenti” urla il sindaco. Un Piano di Riequilibrio basato in gran parte sui trasferimenti della Regione Siciliana. Ma questi trasferimenti sono sempre minori, prova ne sia la condizione della Città Metropolitana che non può quadrare il consuntivo 2017 ed il preventivo per i mancati trasferimenti di 20 milioni da parte dell’amministrazione regionale. Basato su incassi previsti da AMAM che non possono essere previsti, se non contravvenendo al primo canone della contabilità che è quello prudenziale. L’ATM che registra anche adesso nuove perdite nonostante la riduzione del servizio. Messina Servizi che opera con mezzi vetusti eredità di un’azienda che rischia il fallimento, portando con sé ripercussioni anche per la nuova società ed aggravando ulteriormente i bilanci comunali.
Insomma e allora come si fa? Occorre un cambiamento che non sarà nè leggero nè popolare a partire dalla pianta organica del Comune, dal numero dei dirigenti, dal taglio di affidamento ad aziende e cooperative esterne. Un prezzo sociale che avrà le sue ripercussioni. Un taglio delle spese radicale che non potrà che essere traumatico per la città e che toccherà la tasca e l’interesse personale di tanti in città.. o dei soliti.
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