Palermo, 5 settembre
“Papa Francesco ritorna in Sicilia, dopo Lampedusa, in occasione del 25simo anniversario del martirio di padre Puglisi; ciò significa, che sulla scia dei suoi predecessori, particolarmente di papa Giovanni Paolo II e poi di Benedetto XVI, egli continua a condividere con noi vescovi e chiese di Sicilia il desiderio di legalità, per combattere ogni tipo di violenza e ogni forma di illegalità, soprattutto la criminalità organizzata, la mafia, la quale è un’organizzazione che ha un modo di operare anti umano, anti evangelico e anticristiano”. Lo afferma Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e vice presidente della Cei.
“La nostra Sicilia – ricorda mons. Raspanti – è al centro degli incroci di migrazioni, di scambi culturali, di confine, di muri possibili e non possibili, di lamentele e credo che egli venga a dirci una parola di sostegno per l’accoglienza dei migranti, ma anche di comprendere le cause che spingono questi nostri fratelli ad emigrare, soprattutto dal Medio Oriente e dai paesi africani, ed inoltre le ragioni di chi in Italia e in Europa è in disaccordo con un’accoglienza indiscriminata, non controllata e non aiutata ad integrarsi nella nostra cultura europea”.
”Il Papa – aggiunge – verrà a condividere con noi le sue preoccupazioni ed anche farà sue le nostre; la nostra terra e le nostre chiese di Sicilia sono già da più di un ventennio aperte al dialogo interculturale e interreligioso tramite le proprie strutture accademiche ma anche attraverso le iniziative ecclesiali ad ogni livello, iniziative caritative e socio culturali. Sono sicuro che il Santo Padre approverà i nostri propositi e le nostre azioni ed ascolteremo con attenzione ciò che lui avrà da dire a tutti noi. Il Papa – conclude – incontrerà anche i giovani di Sicilia. Sullo sfondo il sinodo dei vescovi sui giovani che si celebrerà in ottobre: la nuova evangelizzazione nei confronti delle nuove generazioni che verranno”.
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